QUALI RELIGIONI SI PRATICANO IN ASIA? 

In Asia sono nate le principali religioni del mondo: il cristianesimo, l'ebraismo, il buddismo, l'induismo e l'islamismo. In Giappone si pratica lo shintoismo, in Cina si seguono confucianesimo e taoismo e nella regione del Tibet la religione prevalente è il lamaismo. L'ebraismo, diffuso nello stato di Israele, è una religione monoteista basata sulla Bibbia, che per gli ebrei contiene solo l'Antico Testamento.
L'induismo riconosce diverse divinità (Brahma, Vishnù e Shiva). Il rito principale è la purificazione che avviene immergendosi nelle acque del Gange. L'induismo crede che l'anima possa reincarnarsi in un essere di una casta superiore, inferiore o in un animale.
Il buddismo, praticato in Thailandia, Cambogia, Laos, Vietnam, ecc., afferma che la sofferenza del mondo nasce dal desiderio e che esiste una realtà al di là del tempo e dello spazio: il nirvana. Un particolare tipo di buddismo è quello praticato nel Tibet e definito lamaismo: il paese è retto da un Dalai lama considerato la reincarnazione di Buddha, che riunisce il potere politico e religioso.
Secondo Confucio l'uomo è buono e il male proviene dalla mancanza di conoscenza: educare significa quindi fornire all'uomo la conoscenza.
Il taoismo indica agli uomini la strada dell'umiltà, della misericordia e della semplicità per entrare in armonia con il mondo.
Infine lo shintoismo, religione nazionale del Giappone, è un insieme di credenze in cui hanno un ruolo fondamentale le cerimonie che mettono a contatto l'uomo con le divinità.


Monaci tibetani in preghiera.

DA CHE COSA È CARATTERIZZATA L'ECONOMIA ASIATICA?

L'Asia è un continente in rapida crescita economica favorita dalle immense risorse naturali (petrolio, carbone, abbondanza di corsi d'acqua).
Benché l'agricoltura di sussistenza sia la più diffusa, si sta diffondendo anche l'agricoltura di mercato.
I prodotti principali sono il riso, il frumento, la soia, l'orzo e il miglio. In India, Indocina e Indonesia si trovano piantagioni in cui si producono gomma, tè, cotone e canna da zucchero. L'allevamento di ovini e caprini riveste una grande importanza mentre il Giappone è al primo posto nel mondo per quantità di pescato. L'industria si sta sviluppando in tutto il continente.
Non tutti i paesi sono coinvolti allo stesso modo da questa crescita. Cina e India fanno parte dei BRICS, la sigla con cui si indicano gli stati mondiali in più rapido sviluppo. Corea del Sud, Taiwan, Singapore e Thailandia sono definiti le "tigri asiatiche" e oggi presentano un'economia di tipo occidentale. La penisola arabica fonda la sua economia in gran parte sul petrolio.
II Giappone è una delle grandi potenze asiatiche la cui crescita è iniziata dopo la seconda guerra mondiale, anche se oggi risente ancora di un periodo di crisi iniziato nel 1997 e delle conseguenze di un grave terremoto che l'ha colpito nel 2011.
Nonostante questo ci sono numerose regioni in condizioni di estrema arretratezza e povertà. Oltre alla scarsità di risorse naturali su alcune aree pesano gravi disparità sociali, la politica repressiva di alcuni governi e le tensioni politiche e religiose. I paesi più poveri sono lo Yemen, il Tagikistan, la Corea del Nord, l'Afghanistan e il Myanmar. Uno dei problemi più preoccupanti dell'Asia è la fame.

CHE COSA CARATTERIZZA L'ASIA MEDITERRANEA?

L'Asia mediterranea si trova nella parte occidentale del continente asiatico, tra il Mar Nero e il Mar Mediterraneo. Fanno parte della regione anche l'isola di Cipro e la Turchia.
Il territorio è prevalentemente montuoso. Le cime principali (Ararat, 5165 m) e più alte si trovano in Turchia. Le scarse pianure si estendono vicino al mare.
La maggior parte dei fiumi ha un corso breve: tra i più importanti vi sono l'Eufrate e il Giordano. 
Il clima è arido e spesso desertico, con rare precipitazioni e notevoli escursioni termiche. Solo lungo la costa è mediterraneo. Gli ambienti naturali prevalenti sono la macchia mediterranea, la steppa e il deserto.
In quest'area sono nate grandi civiltà: la civiltà fenicia (Libano), quella ebraica (Palestina), quella degli ittiti (Anatolia). Dopo il dominio arabo, la regione fu conquistata dai turchi, che nell'XI secolo si spinsero fino all'Anatolia, formando un grande impero e di lunga durata, salvo la parentesi delle conquiste mongole nel XIII secolo. Alcune aree della regione costituivano fino all'inizio del Novecento un unico blocco politico dipendente da Costantinopoli, centro dell'impero ottomano.
Dopo la sconfitta subìta dalla Turchia nella prima guerra mondiale, Siria e Libano passarono sotto il protettorato della Francia; Palestina e Transgiordania sotto quello dell'Inghilterra. Dopo la seconda guerra mondiale gran parte dei popoli arabi ottenne l'indipendenza. Lo stato d'Israele nacque nel 1948.
La popolazione vive soprattutto lungo le coste, dove si trovano le maggiori città (Istanbul, Beirut, Tel Aviv).
La lingua più parlata è l'arabo e la religione più diffusa è l'islam. Fa eccezione lo stato d'Israele, in cui la religione principale è l’ebraismo. In Libano la maggioranza della popolazione è costituita da arabi cristiani, i maroniti. 
L’economia, caratterizzata da oasicoltura e pastorizia nomade, è per lo più povera; solo lo stato d’Israele presenta uno sviluppo di tipo occidentale. Una discreta crescita si è anche registrata in Turchia che dispone di industrie e sta potenziando il turismo e i rapporti commerciali coi paesi europei.                 
Lo sviluppo dell’Asia mediterranea è fortemente ostacolato dal lunghissimo e sanguinoso conflitto arabo-israeliano. Le sue origini risalgono lontano nel tempo. Con la distruzione del tempio di Gerusalemme nel 70 d.C. da parte dei romani ebbe inizio la diaspora. Dopo la prima guerra mondiale la Palestina divenne dominio coloniale inglese. Molti ebrei provenienti dai diversi paesi del mondo vi si insediarono col progetto di ricostruire uno stato ebraico. Con l’avvento al potere del nazismo e con le persecuzioni razziali l’afflusso degli ebrei in Palestina si intensificò e nel 1948 gli ebrei proclamarono la nascita dello stato di Israele. Scoppiò un sanguinoso conflitto fra palestinesi ed ebrei e la Palestina fu spartita fra Israele e Giordania. Seguirono altri scontri che portarono all’occupazione israeliana di nuovi territori in Siria, Giordania ed Egitto e all’espulsione di 1 500 000 arabi dai territori palestinesi. Quindi nel 1988 l’OLP, che raggruppa quasi tutti i movimenti di resistenza palestinesi, proclamò la nascita di uno stato palestinese: l’Autorità Nazionale Palestinese, riconosciuto poi in sede internazionale. Nonostante vari tentativi di accordi la situazione nell’area continua a essere problematica.