CHE COSA CARATTERIZZA LA REGIONE INDIANA? 

La regione indiana è una grande penisola che si protende nell'Oceano Indiano. L'imponente barriera montuosa costituita dall'Hindukush, dal Karakorum e dall'Himalaya la separa nettamente a nord dal resto dell'Asia. Qui si trovano le cime più elevate del mondo: l'Everest (8846 m) e il K2 (8611 m). Al centro della regione si estende la pianura indogangetica creata dai fiumi Gange, Indo e Brahmaputra. La parte meridionale è occupata dall'altopiano del Deccan, formato da un vasto tavolato di modesta altitudine. Fanno parte della regione anche lo Sri Lanka e le Maldive. Nella regione montuosa del nord il clima varia in base all'altitudine: è subtropicale nelle valli, temperato alle quote intermedie e alpino alle quote più alte. La regione pakistana del Belucistan è arida; nel resto del territorio si distinguono due stagioni determinate dai monsoni: una piovosa e una secca. Dove le precipitazioni sono più abbondanti cresce la giungla, nelle zone meno piovose, invece, si trovano savana e steppa.
La regione indiana ha visto fiorire raffinate civiltà lungo le rive dei suoi fiumi. Venne occupata da persiani e macedoni; nel VII secolo d.C. fu conquistata dagli arabi che vi diffusero l'islam e subì le invasioni turche e mongole. Nel XVI secolo la dinastia islamica dei Moghul unificò politicamente la regione e favorì la diffusione dell'islam. Nel 1498 il portoghese Vasco da Gama giunse in India dando così inizio alla colonizzazione da parte degli europei. In seguito quasi tutta la regione passò sotto il controllo della Gran Bretagna. Nel corso del XX secolo gli stati della zona ottennero l'indipendenza: l'ex impero britannico delle Indie fu suddiviso in due stati, l'Unione Indiana a maggioranza induista e il Pakistan a maggioranza islamica. 
L'area è densamente abitata: India e Bangladesh sono i paesi con la maggiore densità demografica del pianeta (Bangladesh: 1114 abitanti per km2). Le zone a nord hanno densità meno elevata e popolazione in gran parte rurale, mentre la restante parte dell'area è stata interessata da una massiccia urbanizzazione che ha portato alla nascita di immense bidonville alle periferie delle grandi città. 
Le frequenti migrazioni hanno creato una moltitudine di lingue e dialetti: si parlano circa 130 lingue ma gli idiomi più diffusi sono l'hindi, in India, e l'urdu, in Pakistan. È usato un po' ovunque l'inglese a causa della lunga colonizzazione britannica. Nella regione sono professate molte religioni: induista, musulmana e buddista principalmente. Sono presenti minoranze cattoliche, protestanti ed ebraiche ed è praticata la religione sikh. La regione è ricca di potenzialità ma le catastrofi naturali, l'arretratezza dei mezzi e i conflitti etnici e religiosi rendono difficile lo sviluppo. L'attività più praticata è l'agricoltura: si coltivano riso, sorgo, miglio e grano. Le tecniche agricole sono arretrate e le aziende agricole sono in gran parte a conduzione familiare. 
Lo stato più ricco di risorse energetiche è l'India che infatti sta conoscendo un rapido sviluppo. Per soddisfare il grande fabbisogno di energia sono state costruite centrali termoelettriche e dighe che hanno provocato la perdita di ampie superfici coltivabili e l'impoverimento di masse di contadini. Il turismo è fiorente: i richiami sono di interesse storico, artistico, religioso, escursionistico e balneare, ma uno dei problemi più importanti dell'area è la fame, che affligge 204 milioni di persone nella sola India. 

CHE COSA CARATTERIZZA IL SUD-EST ASIATICO? 

Il Sud-est asiatico è formato da una grande penisola, l’Indocina, e da una zona costituita da isole, l’Insulindia, di cui fanno parte gli arcipelaghi dell’Indonesia e delle Filippine. L’isola più estesa è il Borneo, dove si trova la vetta più alta della regione (Kinabalu, 4101 m). Molti sono i vulcani attivi. Le pianure sono in genere alluvionali e non molto grandi. I fiumi sono numerosi: il principale è il Mekong.
Il clima è caratterizzato da temperature elevate; nella regione peninsulare soggetta ai monsoni è tropicale; nelle isole è equatoriale. Due sono gli ambienti naturali caratteristici: la foresta equatoriale e la foresta monsonica. L’area è colpita con frequenza da eventi naturali disastrosi: cicloni tropicali, inondazioni, eruzioni vulcaniche, terremoti, tsunami.
Abitata fin dall’antichità, la regione subì la colonizzazione dell’Europa e degli Stati Uniti, e si rese indipendente dopo la seconda guerra mondiale. In Vietnam, diviso tra uno stato comunista e uno sotto l’influenza americana, ebbe luogo una guerra cui presero parte gli Stati Uniti, e che si concluse con l’unione del paese (1975). Nacquero regimi comunisti in Laos e in Cambogia, dove il dittatore Pol Pot eliminò migliaia di oppositori. Alcuni paesi sono ancora oggi sotto una dittatura, come il Laos.
Il Sud-est asiatico è caratterizzato da una grande varietà di etnie, lingue e religioni, risultato dei diversi flussi migratori succedutisi nella storia. In alcuni stati si incontrano i gruppi etnici thai, khmer e birmani. Nelle isole prevale la popolazione di origine malese. I cinesi costituiscono in tutta la regione forti minoranze, soprattutto a Singapore. La varietà delle religioni riflette la molteplicità delle etnie ed è dovuta ai rapporti con gli altri paesi asiatici e alla colonizzazione. Si praticano l’induismo, il buddismo, l’islamismo e il cristianesimo. La popolazione, in rapida crescita, è distribuita in modo disomogeneo. Nella regione continentale essa si concentra sulle coste e lungo i fiumi dove si trovano le città principali mentre le zone montuose e le foreste sono quasi disabitate. Nelle isole si trovano aree inesplorate ma anche grandi città come Jakarta e Manila. La densità più alta si registra a Singapore. 
Singapore è un piccolo paese moderno, all'avanguardia nelle attività industriali e commerciali. Malaysia, Filippine e Thailandia hanno economie in crescita sostenute da un buono sviluppo industriale favorito dall'afflusso di capitali stranieri. Negli altri paesi l'attività prevalente è l'agricoltura destinata al consumo locale. Si producono riso, tabacco, caffè, tè, canna da zucchero. Attività importanti sono anche l'estrazione del caucciù e la coltivazione della palma da olio. Una coltivazione diffusa è quella del papavero da oppio che alimenta il commercio illegale della droga in mano alle organizzazioni criminali. Importanti sono la produzione di legname pregiato, la pesca e le risorse del sottosuolo. L'industria è poco sviluppata mentre è in espansione il turismo. 

CHE COSA CARATTERIZZA L'ESTREMO ORIENTE? 

L'Estremo Oriente è una vasta area, di cui la regione cinese occupa da sola l'80%. La parte occidentale è occupata da catene montuose (Pamir, Karakorum, Tian Shan, Himalaya, Altaj) e altopiani (Tibet, Mongolia e Gobi). Nella zona a est vi sono vaste pianure alluvionali: la Manciuria e il Bassopiano Cinese. Corea, Taiwan e Giappone sono in gran parte montuosi. La regione è ricca di fiumi: i principali sono l'Amur, lo Huang He (Fiume Giallo), lo Chang Jiang (Fiume Azzurro) e lo Xi Jiang.
A ovest e al centro-nord il clima è arido e continentale; nelle regioni montuose è di tipo alpino; scendendo verso sud diventa mite, subtropicale in Cina centrale e temperato in Cina meridionale. Le regioni costiere risentono dell'azione dei venti monsonici che causano tifoni e cicloni tropicali. Vi si trovano ambienti naturali diversissimi. La Mongolia e le regioni occidentali sono aride e steppose; procedendo verso est si incontrano praterie e campi coltivati, a sud la vegetazione è subtropicale. Nelle due Coree e in Giappone sono frequenti boschi di conifere e latifoglie.
In Cina è stato ritrovato "l'uomo di Pechino", un antenato dell'uomo vissuto 600 000 anni fa.
Dal I millennio nelle pianure fiorirono importanti civiltà agricole mentre le regioni montuose dell'interno ospitavano popoli nomadi dediti alla pastorizia. Come difesa dagli attacchi dei popoli nomadi fu iniziata nel III secolo a.C. la costruzione della Grande muraglia cinese. Dal XVI secolo gli europei iniziarono la colonizzazione dell'Estremo Oriente. Il commercio delle spezie divenne il principale fattore di penetrazione in Cina e Giappone. Nel 1949 in Cina Mao Zedong, capo del movimento comunista, proclamò la nascita della Repubblica popolare cinese. Il Giappone, dopo secoli di chiusura, nel Novecento entrò in relazioni commerciali con l'Europa e con gli USA e avviò il suo sviluppo industriale. La Corea, nel 1910, fu occupata dai giapponesi e liberata solo alla fine della seconda guerra mondiale. Nel 1948 venne divisa in due: Corea del Nord e Corea del Sud. Nonostante l'armistizio del 1953, tra i due paesi permane una situazione di tensione. 
L'Estremo Oriente ospita un quarto della popolazione mondiale, circa 1 miliardo e 566 milioni di persone. La densità media non è molto alta ma mentre il Tibet e la Mongolia sono poco popolosi, Cina orientale, Corea del Sud e Giappone hanno una densità elevatissima. Molte sono le metropoli che contano diversi milioni di abitanti. In ciascuno degli stati dell'area vivono in prevalenza popolazioni locali. La Cina, pur essendo abitata in maggioranza da cinesi di etnia han, annovera al proprio interno ben 56 gruppi etnici diversi. 
La presenza di stranieri extra asiatici è rilevante solo in Giappone. È presente una notevole varietà linguistica e anche le religioni professate sono diverse: buddismo, confucianesimo, shintoismo e islamismo sono le prevalenti. 
I paesi dell'Estremo Oriente presentano uno sviluppo economico diversificato: il Giappone è già da tempo una grande potenza; la Cina è un paese emergente mentre Mongolia e Corea del Nord presentano un'economia povera e arretrata. La coltivazione principale di queste zone è il riso. Vengono inoltre prodotti cereali, soia, tè, cotone e canna da zucchero. Allevamento e pesca sono molto diffuse. Lo sviluppo industriale varia da paese a paese.