4 I sali

Il sale più comune è il cloruro di sodio (NaCl) che viene quotidianamente usato in cucina ( 9 ). Si estrae dai giacimenti formatisi da antichi mari interni o, al giorno d’oggi, direttamente dal mare per mezzo delle saline, vasche vicine alla riva che vengono riempite dalle acque durante l’alta marea o con l’uso di pompe. L’evaporazione dell’acqua fa depositare il sale sul fondo.


Come si forma un sale?
Nell’esperimento si prelevano alcune gocce di ammoniaca e si pongono su un piattino. Con un secondo contagocce si preleva un po’ di acido cloridrico e si depone sul fondo e sulle pareti di un becher ( a ). Sia l’ammoniaca sia l’acido cloridrico sono molto volatili e i loro fumi sono irritanti, perciò occorre svolgere l’esperimento con guanti, mascherina e occhiali. Il becher viene subito capovolto sul piattino in modo che le due sostanze possano reagire ( b ). Dopo poco si osserva la formazione di una polvere bianca che si deposita sul piattino: il cloruro di ammonio, che è un sale.


I sali si possono formare attraverso una reazione chimica tra un acido e una base e sono sostanze neutre.
Sono sali:
- il solfuro di ferro (FeS);
- il carbonato di calcio (CaCO3), molto importante in natura perché entra a far parte dello scheletro esterno e interno degli organismi e costituisce molte rocce come i marmi, i calcari e i travertini (10 );
- il solfato di rame (CuSO4), dal caratteristico colore azzurro, usato per combattere un fungo nocivo per la vita, la peronospora, è tossico all’ingestione ( 11 );
- il bicarbonato di sodio (NaHCO3), molto comune per gli usi domestici, è utile anche per combattere l’acidità di stomaco perché sciolto in acqua dà una reazione basica (12 ).