2 Il suono
Che cos’è un suono? Come si origina?
Se appoggi sul tavolo un righello metallico e ne tieni ferma con una mano un’estremità e con l’altra mano colpisci la sua estremità libera, sentirai un
suono . Il righello di metallo è un corpo elastico, cioè ha la capacità di riprendere la forma iniziale dopo essere stato deformato; vibrando, urta le
molecole d’aria con le quali è a contatto. Innalzandosi, spinge verso l’alto queste molecole e ne provoca la compressione ( a ). Abbassandosi, la lamina
lascia alle molecole sovrastanti più spazio a disposizione; le molecole, lasciate libere, si allontanano provocando una rarefazione dell’aria ( b ).
Tutte le volte che un corpo viene fatto vibrare si sente dunque un suono. Si tratta di una vibrazione che provoca nell’aria delle “spinte” successive
che trasmettono quella vibrazione e la propagano tutt’intorno. Il corpo che vibra prende il nome di sorgente sonora, le vibrazioni prendono il nome di
onde sonore. Le onde sonore sono onde meccaniche longitudinali e, poiché si propagano in tutte le direzioni, sono sferiche e concentriche.
È possibile vedere le onde sonore?
Le onde sonore sono invisibili ma si possono mettere in evidenza utilizzando qualche accorgimento. Se fai vibrare una bacchetta di metallo e poi
l’appoggi sulla superficie dell’acqua di una bacinella, puoi vedere le onde che si originano nel punto in cui la bacchetta tocca l’acqua ( 7 ). Se versi
della sabbia su un tamburo e contemporaneamente lo percuoti su un fianco, vedrai la sabbia disporsi a cerchi concentrici ( 8 ). Ciò accade perché la
visualizzazione avviene su una superficie piana e non nelle tre dimensioni dello spazio dove le onde apparirebbero sferiche.
Come si propaga il suono nei vari materiali?
Poiché le onde sonore sono onde meccaniche hanno bisogno, per propagarsi, di materia; nel vuoto il suono non si propaga perché non ci sono molecole che
facciano da “veicolo”. La materia, come sai, è costituita da corpi solidi, liquidi e aeriformi che si differenziano per la loro struttura molecolare.
Puoi ipotizzare che i solidi, le cui molecole sono molto vicine e vibrano le une contro le altre, trasmettano facilmente le onde sonore; i liquidi un
po’ meno, visto che le loro molecole sono tra loro più distanti; ancora meno gli aeriformi, le cui molecole sono tra loro ancora più lontane. Puoi
provare a verificare questa ipotesi: ascolta un suono la cui sorgente è nell’acqua, per esempio quello generato da due sassi che un tuo compagno sbatte
tra loro ( 9 ); ascolta poi lo stesso suono attraverso un oggetto di legno, per esempio una bacchetta ( 10). Sentirai il suono più forte attraverso la
bacchetta perché le onde sonore si propagano meglio nella combinazione acqua-legno piuttosto che in quella acqua-aria.
Qual è la velocità del suono?
Nella tabella puoi osservare i valori della velocità delle onde sonore in alcuni materiali, alla temperatura di 20 °C. Come puoi prevedere, la velocità
delle onde sonore cambia a seconda del mezzo attraversato ed è maggiore nei solidi.
La velocità del suono nell’aria è di 340 m/s e fu calcolata per la prima volta nel 1882 da alcuni scienziati che idearono un esperimento divenuto poi
celebre. Su un’altura venne sistemato un cannone e su di un’altra, a una distanza nota dalla prima, si mise uno scienziato provvisto di cronometro. Lo
scienziato, appena vide il bagliore dello sparo del cannone, fece partire il cronometro che fermò nel momento in cui percepì il rombo: il tempo indicato
sul cronometro corrispondeva al tempo impiegato dalle onde sonore a percorrere la distanza fra le alture. Dividendo poi la misura della distanza per il
tempo, ottenne la velocità di propagazione delle onde sonore nell’aria.
per saperne di più
Viaggiare a velocità supersonica
Di tanto in tanto può succedere di sentire un boato tanto forte da far tintinnare i vetri: questo fenomeno può essere determinato da un aereo che ha superato il muro del suono.«Vola un aereo supersonico e abbatte il “muro del suono”»
Nel 1947 un aereo sperimentale statunitense infranse per la prima volta il muro del suono volando a velocità supersonica, cioè superiore a quella del
suono nell’aria. Prima di quell’impresa, la storia dell’aviazione era stata costellata da una lunga serie di incidenti nel tentativo di arrivare a
questo limite.
Perché questi incidenti?
Un aereo in volo produce delle onde sonore che si propagano in tutte le direzioni, compresa quella lungo la quale l’aereo sta avanzando. Sono onde di
compressione, così chiamate perché accumulano le molecole d’aria intorno all’aereo, causando dei cambiamenti di pressione e delle perturbazioni. Fino a
che la velocità dell’aereo è inferiore a quella del suono, le onde precedono l’aereo e non ci sono problemi. Quando invece la velocità dell’aereo è
supersonica, le onde di compressione, che hanno velocità inferiore, formeranno davanti all’aereo una barriera tanto più densa quanto più è elevata la
velocità.
Volare a mach1, mach2…
L’attimo in cui viene superato il muro del suono è estremamente critico per l’aereo; la sua struttura, infatti, subisce enormi variazioni di pressione
che sono la causa del boato udibile da terra. Come conseguenza, l’aereo sarà meno stabile e perciò sarà difficile controllarlo. Proprio per evitare
incidenti mortali, gli aerei vengono oggi costruiti con particolari accorgimenti. La fusoliera lunga e appuntita, le ali dritte e sottili, o a freccia,
e piegate all’indietro permettono all’aereo di sopportare alte velocità. Ormai quasi tutti i tipi di aereo, militari o di linea, possono superare,
ampiamente e in piena sicurezza, il muro del suono. Ogni pilota deve sapere, in ogni istante, qual è la velocità dell’aereo rispetto a quella del suono.
Su ogni aereo è perciò installato uno strumento, il machmetro (dal nome del fisico Ernst Mach, che per primo studiò il fenomeno), che ha come unità di
misura il mach, corrispondente a 1224 km/h (velocità del suono nell’aria a 15 °C).