Keplero, attraverso le sue leggi, ha spiegato come i pianeti si muovono intorno alla loro stella ma non ha individuato le cause di tali movimenti. Si sa
dalla fisica che il moto di un corpo è sempre causato da una forza; anche il moto dei pianeti e degli altri corpi celesti è causato da una forza. È
proprio su tale forza che Isaac Newton ( 5 ) indagò, circa cinquant’anni dopo Keplero.
Quale forza causa il moto dei pianeti?
Nel 1650 Newton spiegò che il moto dei pianeti è causato dalla stessa forza che fa cadere una mela dall’albero e che attrae tutti i corpi verso il
centro della Terra: la forza di gravità. Tale forza è esercitata da tutti i corpi e la sua azione produce effetti anche a considerevoli distanze, come
quelle astronomiche. La legge formulata da Newton è nota come legge di gravitazione universale, è valida per tutti i corpi presenti nello spazio ed è il
fondamento di tutta la fisica moderna.
Tutti i corpi dell’Universo si attraggono reciprocamente con una forza che è direttamente proporzionale al prodotto delle loro masse e inversamente
proporzionale al quadrato della loro distanza.
In formula:
F = G (m1 × m2)/ d2
dove:
G = costante di gravitazione universale
La forza di attrazione tra due corpi quindi aumenta con l’aumentare delle loro masse e diminuisce all’aumentare della loro distanza.
Attraverso le leggi di gravitazione universale si spiega anche il “perché” delle leggi di Keplero ( 6 ):
- quanto più il pianeta è vicino al Sole tanto più risente della sua forza di attrazione e quindi la sua velocità aumenta;
- quanto più il pianeta è lontano dal Sole tanto meno risente della sua forza di attrazione e quindi la sua velocità diminuisce;
- i pianeti più lontani risentono meno della forza gravitazionale del Sole e perciò percorrono la loro orbita più lentamente dei pianeti vicini.