Un suolo trasformato dall’uomo per renderlo adatto alla coltivazione è detto agrario o agricolo.
Come è fatto un suolo agrario?
Il profilo di un suolo agrario è un po’ diverso da quello di un suolo naturale. In esso sono presenti due strati:
- strato attivo: è lo strato più superficiale, soffice e ben aerato, ricco di humus e di organismi a;
- strato inerte: è lo strato sottostante, più compatto, poco aerato e povero di humus, ricco di sostanze minerali b .
Come fa l’uomo a modificare un suolo per renderlo agrario?
Un terreno agrario ideale per la coltivazione delle piante deve garantire la presenza di aria e acqua circolanti tra i granuli e deve perciò risultare soffice; a questo scopo servono le tecniche di aratura e dissodamento attraverso le quali il terreno viene solcato e rovesciato per ottenere zolle che poi vengono rotte da appositi macchinari. In un suolo naturale i resti dei vegetali della lettiera arricchiscono di humus lo strato sottostante, mentre in un terreno agrario le piante vengono raccolte e il suolo può impoverirsi degli elementi minerali utili alla crescita delle piante stesse. Il suolo agrario è continuamente migliorato dall’uomo anche nelle sue caratteristiche chimiche, grazie alla concimazione, alla rotazione agraria e al sovescio.
- La concimazione è una pratica agraria che prevede l’aggiunta al terreno di concimi o fertilizzanti che possono essere: naturali, come
il letame, costituito dagli escrementi del bestiame d’allevamento mescolato a paglia e foglie dei loro giacigli; il guano, formato dagli escrementi
degli uccelli marini; il compost, ottenuto dalla decomposizione dei rifiuti organici; artificiali (20), cioè prodotti dall’industria chimica; apportano
al terreno grandi quantità di elementi nutritivi come l’azoto, il fosforo, il potassio, ma non ristabiliscono le caratteristiche di porosità e
permeabilità. I concimi chimici possono inquinare il suolo e le falde acquifere e diventare nocivi per l’uomo se entrano nella catena alimentare
attraverso il consumo di frutta e verdura.