4 Riprodursi e accudire la prole

Il comportamento riproduttivo è di fondamentale importanza nella vita di un animale perché dalla riproduzione dipende la sopravvivenza della specie. Il maschio e la femmina si avvicinano e si riconoscono grazie a segnali di richiamo esclusivi che possono essere di natura chimica (ferormoni), sonora (canto degli uccelli, gracidare delle rane) o visiva (lampeggiamento delle lucciole). Dopo questa fase di orientamento inizia quella del corteggiamento vero e proprio.


Come corteggiano gli animali?
Osserva e analizza il comportamento di corteggiamento dello spinarello, un piccolo pesce d’acqua dolce che ha una grande sensibilità agli stimoli visivi. Nel disegno sono indicati i comportamenti del maschio e della femmina. Il maschio, durante il periodo riproduttivo (tarda primavera-estate) assume sull’addome una colorazione rossa, costruisce il nido di alghe nella sabbia e poi, all’arrivo della femmina ripiena di uova, inizia una danza a zig-zag. Ogni movimento del maschio stimola un comportamento della femmina sinché questa, entrata nel nido, depone le uova.

Il corteggiamento è dunque un insieme di movimenti e azioni svolti perlopiù dal maschio che hanno la funzione di convincere la femmina all’accoppiamento, vincendone la paura, e di placare la reciproca aggressività. Questi comportamenti sono detti rituali perché si ripetono sempre nello stesso modo per tutti gli individui della stessa specie. In molte specie di uccelli i maschi mostrano alle femmine i loro colori sgargianti e le loro caratteristiche vistose durante vere e proprie parate nuziali ( 37 ). Talvolta offrono alla femmina “doni” come cibo, penne, sassolini (38), s’impegnano nella costruzione di nidi, oppure intraprendono lotte per la conquista della femmina. Tali combattimenti, comuni anche ad altre specie (39), avvengono quando il numero dei “pretendenti” è elevato e la femmina deve sceglierne solo uno; in genere le lotte sono solo prove di forza e non si concludono mai con la morte del perdente. Durante i rituali di corteggiamento sembra che la femmina rimanga per lo più passiva; in realtà la sua funzione è di fondamentale importanza perché le è affidato il compito di selezionare il suo compagno. Il maschio prescelto dovrà dimostrare perciò di possedere le caratteristiche migliori da tramandare alla prole. Una volta avvenuta la riproduzione, dopo la nascita dei piccoli, molti animali si prendono cura della prole e i figli vengono protetti, nutriti, scaldati e addestrati sino a quando diventano autosufficienti. Questi comportamenti sono noti come cure parentali.

Quali animali si prendono cura dei piccoli?
Tra i vertebrati, pesci, anfibi e rettili depongono molte uova in luoghi riparati e sicuri che però vengono, tranne alcune eccezioni, abbandonate. Proprio il grande numero di uova deposte garantisce la sopravvivenza della specie anche senza la cura dei genitori (40). I piccoli nati sono già perfettamente autosufficienti, precoci, e non hanno perciò bisogno di cure parentali (41). Uccelli e mammiferi invece accudiscono i loro piccoli che nascono incapaci di badare a se stessi, inetti. Nei mammiferi le cure parentali iniziano con l’allattamento che stabilisce legami profondi tra la madre e i figli e proseguono per periodi più o meno lunghi. La durata delle cure parentali varia nelle diverse specie ed è massima nella specie umana. Tra i mammiferi si formano spesso gruppi famigliari costituiti da genitori e figli che durano sino a che i piccoli diventano autosufficienti (42).

40 Il maschio dell’alite ostetrico, un tipo di rospo, porta su di sé le uova fecondate sino alla loro schiusa.
41 Tartarughine appena nate raggiungono il mare.