8 Le caratteristiche dei funghi pluricellulari

Come si nutrono i funghi?
I funghi si nutrono per assorbimento di sostanze nutritive presenti nell’ambiente e presentano adattamenti diversi. Osserva le tre specie di funghi:
- Il fungo responsabile del carbone del mais, Ustilago maydis, penetra all’interno della pianta, ne invade i tessuti per assorbirne i nutrimenti e crea delle masse di polvere nera sulle pannocchie. La polvere nera è costituita dalle spore del fungo (38).
- Gli orecchioni, Pleurotus ostreatus, sono funghi che crescono nel fusto di alberi morti. Si cibano delle sostanze organiche di cui è fatto l’albero e le trasformano in sostanze inorganiche come acqua, anidride carbonica e sali minerali (39).
- Il porcino, Boletus edulis, si trova spesso in prossimità di una quercia o di un castagno. Riceve dalle radici di questi alberi le sostanze prodotte dalle foglie durante la fotosintesi (zuccheri) e cede acqua e importanti sali minerali, tra cui il fosforo (40).


In base agli adattamenti usati per nutrirsi, i funghi possono quindi essere:
- parassiti, se vivono a spese di altri organismi, attaccandoli e danneggiandoli per ricavarne nutrimento;
- saprofiti, se si nutrono decomponendo organismi morti. Sono considerati, insieme ai batteri, gli “spazzini della natura” perché trasformano in utile humus le carcasse animali o vegetali. Possono svilupparsi su legno morto, escrementi, resti animali, foglie morte;
- simbionti, se instaurano uno scambio di sostanze nutritive con vegetali, in particolare con alberi; le loro ife entrano in contatto con le radici della pianta, le circondano e talvolta penetrano al loro interno formando la micorriza (“fungo e radice”). È stato dimostrato che le piante micorizzate crescono più velocemente e sono più resistenti alle malattie, perciò la micorriza rappresenta una “strategia” vincente per la sopravvivenza.

Com’è fatto un fungo pluricellulare? Come si riproduce?
Osserva il disegno.

41 Ife al microscopio ottico: il pallino scuro osservabile su alcune ife contiene le spore.

La parte visibile dei funghi dei boschi e dei prati, costituita da “gambo” e “cappello”, è il loro corpo fruttifero o riproduttivo ( a ); il fungo vero e proprio è il micelio ( b ), una specie di tessuto sotterraneo formato da un intreccio di filamenti, le ife ( c ), che ha la funzione di assorbire le sostanze nutritizie. Ogni ifa è costituita da cellule allungate la cui parete non è fatta di cellulosa, come nei vegetali, ma di chitina, una sostanza resistente presente anche nell’esoscheletro degli insetti. Le spore maturano nella parte inferiore del cappello e vengono liberate in gran numero ( d ). Quando cadono sul terreno, se trovano condizioni ambientali favorevoli, le spore germinano dando origine alle ife (41) che formeranno il micelio di un nuovo fungo e poi il nuovo corpo fruttifero. In condizioni ambientali difficili avviene la riproduzione sessuata: si formano delle ife particolari con cellule maschili e femminili che si incontrano nel terreno e si fecondano ( e ). Dall’unione di queste cellule nasce lo zigote, cellula che darà origine a un nuovo fungo ( f ).
La riproduzione può avvenire quindi in due modi:
- attraverso le spore (riproduzione asessuata);
- attraverso cellule maschili e femminili (riproduzione sessuata).
Nei funghi il micelio sotterraneo è anche capace di generare micelio nuovo e quindi nuovi funghi attraverso un fenomeno detto frammentazione.