7 L’eliminazione dell’acqua in eccesso nei vegetali
Come avviene la traspirazione?
Nelle piante l’eliminazione dell’acqua in eccesso avviene sotto forma di vapore, principalmente attraverso gli stomi. Il fenomeno della traspirazione è
strettamente collegato alla risalita dell’acqua e dei sali minerali (linfa grezza) attraverso i vasi legnosi (39). Tale risalita avviene contro la forza
di gravità: ogni volta che una molecola d’acqua si stacca da una foglia per evaporazione, “trascina” con sé un’altra molecola alla quale è legata da
forze di coesione. Si instaura così una “catena” di molecole d’acqua che salgono lungo il fusto e i rami. Questo fenomeno è favorito dalla capillarità
dei vasi legnosi. Una volta arrivate alla foglia, le molecole d’acqua in eccesso sono eliminate dagli stomi che le rilasciano nell’ambiente. Gli stomi
sono delle aperture intorno alle quali esistono due cellule particolari, dette cellule di guardia: quando c’è abbondanza d’acqua le cellule di guardia
lasciano lo stoma aperto; quando l’acqua scarseggia, si afflosciano e chiudono lo stoma (40).
Quali adattamenti alla disponibilità di acqua nell’ambiente mostrano le piante?
Le piante delle zone molto umide, come quelle delle foreste pluviali ( 41 ), hanno foglie con superfi cie ampia e stomi grandi, per aumentare e favorire
l’evaporazione dell’acqua. Le piante adatte a vivere in zone aride (42) hanno invece foglie di dimensioni ridotte, spesso presentano una peluria, che
limita la traspirazione, e gli stomi sono piccoli. Nell’ulivo (43) e in altre piante tipiche della macchia mediterranea, spesso le foglie si
accartocciano per nascondere gli stomi e ridurre la traspirazione al minimo. Nelle piante grasse, come le cactacee (44), adatte alla vita in ambienti
desertici, le foglie sono trasformate in spine per evitare anche la più piccola perdita di acqua. Le conifere (45), adatte alla vita in montagna, dove
d’inverno l’acqua non è disponibile poiché si trova sotto forma di ghiaccio, hanno foglie ad ago. Gli stomi sono infossati e si aprono solo quando è
strettamente necessario.
per saperne di più
Due storici esperimenti
Lo scienziato belga Jan Baptiste van Helmont (1579- 1644) voleva capire se una pianta, per crescere, ricava le sostanze di cui ha bisogno solo dal
terreno: piantò in un grosso vaso, con 90 kg di terreno secco, una piantina di salice di 1 kg; la innaffiò con acqua piovana (acqua pura, priva di
minerali) per cinque anni, senza aggiungere altro. Alla fine dell’esperimento pesò la pianta e il terreno, dopo averlo fatto di nuovo seccare: la pianta
pesava 100 kg e il terreno 89,95 kg. Concluse che la pianta ricava ben poco dal terreno, mentre necessita sicuramente di acqua. Le sostanze prelevate
dal terreno sono i sali minerali.