2 Il movimento negli animali

Esistono animali che non si muovono?
Quasi tutti gli animali si muovono in modo autonomo per cercare cibo o riparo, oppure per difendersi da un pericolo. I coralli ( 14 ) e le spugne ( 15 ) rappresentano un’eccezione nel mondo animale, perché vivono fissati al fondale marino e perciò non si spostano. Questi animali possono comunque nutrirsi attraverso il movimento di ciglia che, vibrando, provocano delle correnti d’acqua ricche di nutrimento che vengono trascinate all’interno del corpo.


Esiste una relazione tra forma del corpo e movimento?
La medusa si muove facendosi trasportare dalle correnti; se immagini di tagliare il suo corpo con dei piani verticali, essa resta divisa in parti uguali e in ciascuna parte gli organi interni ed esterni si ripetono come i raggi di una ruota ( 16 ). La stessa cosa vale anche per la stella marina ( 17 ), che compie piccoli spostamenti sul fondo del mare. Una tale forma del corpo è detta a simmetria raggiata ed è adatta ad animali che fluttuano nell’acqua o conducono una vita “sedentaria”. Il lombrico ha il corpo formato da una serie di anelli, i metameri ( 18 ); questa struttura è vantaggiosa perché permette al corpo di snodarsi favorendo il movimento. La mosca vola rapidamente nell’aria; se immagini di tagliare il suo corpo con un piano verticale, ottieni due parti uguali ma speculari, non sovrapponibili. Tale forma del corpo è detta simmetria bilaterale ( 19 ). Il corpo inoltre è suddiviso in tre segmenti (metameri): un capo, un torace e un addome. La mosca ha quindi simmetria bilaterale e struttura metamerica. Gli animali che si muovono liberamente hanno dunque forma più complessa, con una parte anteriore e una posteriore che favoriscono il movimento in una certa direzione; in essi la simmetria è bilaterale e la struttura metamerica.

Quali sono gli organi del movimento?
Per potersi muovere, ogni animale deve “fare forza” contro qualcosa, ad esempio l’acqua, l’aria o il terreno; deve perciò possedere degli organi capaci di spingere in avanti pinne, tentacoli, ali e zampe. Tali organi sono i muscoli, che si contraggono, accorciandosi, e si rilassano, allungandosi, e provocano lo spostamento delle parti del corpo dure e rigide a cui sono collegati; tali parti costituiscono lo scheletro. La maggior parte degli animali possiede uno scheletro fatto di parti dure che, se sono esterne al corpo, formano l’esoscheletro o scheletro esterno; se sono interne al corpo, formano l’endoscheletro o scheletro interno. L’esoscheletro è tipico degli invertebrati: alcuni invertebrati hanno un esoscheletro incompleto, come nel caso delle chiocciole e delle conchiglie dei molluschi (20); altri lo hanno completo, che racchiude tutto il corpo, come nel caso degli insetti ( 21 ). In tutti e due i casi l’esoscheletro è reso resistente dalla presenza di sali minerali e ha soprattutto funzione protettiva e di rivestimento. L’esoscheletro completo presenta però l’inconveniente di non accrescersi con il corpo dell’animale, perciò gli insetti nel corso della loro vita devono compiere ripetute mute, durante le quali cambiano tutto il loro esoscheletro. L’endoscheletro, il cui elemento portante è la colonna vertebrale, è tipico dei vertebrati. È formato da un numero variabile di ossa, unite tra loro dalle articolazioni che funzionano come cardini e permettono il movimento ( 22 ). Le ossa sono costituite da un tessuto duro, resistente ed elastico: il tessuto osseo. L’endoscheletro dei vertebrati, oltre a essere l’indispensabile attacco per i muscoli che permettono il movimento, ha anche funzione di sostegno e di protezione degli organi interni.

22 Endoscheletro e principali muscoli di un gatto.

Il vantaggio di possedere uno scheletro interno è che le ossa si accrescono insieme al resto del corpo: così i vertebrati hanno potuto raggiungere le dimensioni maggiori tra tutti i viventi. In alcuni pesci primitivi, come lo squalo, l’endoscheletro è formato da cartilagini costituite da tessuto cartilagineo, resistente ed elastico ma meno duro di quello osseo. La cartilagine è presente anche in alcune parti dell’endoscheletro osseo, ad esempio nelle articolazioni.