Alcuni invertebrati hanno il corpo molle e privo di esoscheletro; tali animali posseggono però uno scheletro idraulico o idroscheletro, costituito da un
liquido contenuto nel corpo sul quale i muscoli esercitano una pressione che permette il movimento:
- la medusa (celenterati) (23 ) si lascia trasportare dalle correnti, ma contraendo e rilassando ritmicamente i muscoli della sua ombrella può spostarsi
autonomamente;
- il lombrico (anellidi) (24) si sposta strisciando sul terreno grazie ai muscoli degli anelli di cui è fatto il suo corpo: i muscoli agiscono sul
liquido dell’idroscheletro e fanno ritmicamente accorciare e allungare il lombrico;
- la seppia (molluschi) (25) si muove nell’acqua grazie a poderosi muscoli che fanno ondeggiare i tentacoli e le pieghe della pelle, simili a pinne. In
caso di pericolo fugge con un movimento a reazione: l’acqua contenuta in una cavità del corpo viene espulsa con forza e proietta l’animale all’indietro.
Gli invertebrati con esoscheletro che avvolge tutta la massa muscolare (crostacei, insetti, ragni) sono dotati di veri e propri arti, con snodi e
giunture che li rendono mobili. Gli arti sono modificati in vario modo a seconda dell’ambiente di vita:
- il gambero (crostaceo) (26) può muoversi anche a ritroso con i suoi otto arti;
- la libellula (insetti) ( 27 ) vola grazie a due paia di ali membranose.
Le stelle marine (echinodermi) (28) si muovono in modo singolare: usano i pedicelli ambulacrali, organi adatti al movimento che sbucano dai fori delle
placche calcaree del loro particolare esoscheletro. Possiedono il sistema acquifero, un insieme di canali che, a partire da un canale circolare, si
diramano nel corpo e sono in comunicazione con i pedicelli; all’interno circola acqua che fa allungare e accorciare i pedicelli per permettere il
movimento.