Misurare è fare il confronto tra due oggetti. Se devo misurare un oggetto, per esempio la lunghezza della mia scrivania, sceglierò un oggetto della
stessa natura (come una stecca di legno) e osserverò quante volte riesco a far stare l’oggetto più piccolo dentro al primo.
Ovvero: la misura è il rapporto tra la grandezza che voglio misurare e un’altra che scelgo come riferimento.
Il risultato della mia misurazione sarà un valore numerico, cioè quante volte il mio campione di riferimento, l’unità di misura, sta nella
grandezza che ho misurato.
Il campione può essere scelto a piacimento per esempio, guardando il pavimento di una cucina, possiamo misurarne la lunghezza prendendo come unità di
misura una piastrella. Correttamente diremo che la cucina misura 15 piastrelle. Se un nostro amico fa la stessa cosa a casa sua, magari ci dirà che la
sua cucina misura 18 piastrelle.
Siamo però sicuri che le piastrelle usate come riferimento siano uguali? Perché la misurazione soddisfi entrambi, dobbiamo fissare quindi un’unità di
misura comune, riconosciuta da tutti e due.
Un aspetto fondamentale della misurazione è permettere il corretto scambio di merci o di servizi: pensa che pasticcio se al mercato non ci fossero le
bilance! Misurare una certa quantità di mele o un pezzo di stoffa, attribuisce a queste cose un valore che consente a chi desidera una merce di
offrire qualcosa che abbia lo stesso valore.
Per tornare all’esempio della piastrella, è possibile che una cucina misuri 15 piastrelle e un pezzetto, ma anche questo pezzetto va misurato: si
dovranno individuare quindi dei sottomultipli.
L’unità di misura, con multipli e sottomultipli, viene chiamata scala di misura.