3 GLI ELEMENTI DELLA GRAFICA

Il grafico di professione, per progettare una delle tante applicazioni appena descritte, deve innanzitutto avere una buona cultura sulle arti visive (pittura, fotografia, cinema, ecc.), ma deve anche avere buone competenze tecniche che gli permettano di utilizzare e combinare efficacemente vari elementi quali:

-    i colori;

-    le forme (geometriche, astratte, figurative, naturali);

-    i caratteri tipografici del testo.

In ogni momento della nostra giornata ci imbattiamo in prodotti realizzati con un procedimento grafico: dalla segnaletica stradale all’imballaggio di qualsiasi merce, dalla pubblicità alla copertina dei CD, per non parlare degli sfondi per il cellulare o le insegne luminose.

Anche il nostro libro è il frutto di un’operazione di grafica editoriale ► FIG. 2: si tratta di quella parte di grafica che realizza prodotti quali libri, riviste, giornali, ecc. Analizziamo gli elementi della grafica elencati.

3. 1 IL COLORE

Gli oggetti che utilizziamo, gli ambienti in cui viviamo, i messaggi visivi che riceviamo attraverso i mezzi di comunicazione vengono colorati per rendere più agevole e piacevole la nostra vita.

Da dove viene il colore di tutto ciò che ci circonda?

Quando la luce del sole colpisce un oggetto, parte delle radiazioni vengono assorbite e parte vengono riflesse. Se il prato ci sembra verde è perché l’erba assorbe tutti i colori, tranne il verde che viene riflesso e visto dal nostro occhio. Se un oggetto assorbe le radiazioni di tutti i colori, il nostro occhio lo vede nero, così quando un altro oggetto riflette tutte le radiazioni ci appare bianco.

Il colore per ciascuno di noi è molto importante: a causa della sua fortissima componente soggettiva (un colore che piace a uno è spesso sgradito a un altro) è estremamente difficile dettare regole scientifiche. Tuttavia è utilissimo studiare i colori e i loro accostamenti per migliorare la visibilità e la leggibilità di un messaggio.


Esistono due metodi con cui si possono classificare i colori.

- Il primo metodo di classificazione dei colori consiste nel dividerli in primari, secondari e complementari. I colori primari ► FIG. 3 sono il rosso (magenta), il blu e il giallo: mescolando due a due questi colori, si ottengono i colori secondari.

I colori secondari ►FIG. 4 sono l’arancio (rosso + giallo), il verde (giallo + blu), il viola (rosso + blu). Un colore complementare ►FIG. 5 di un colore secondario è invece quel colore primario che non è stato usato per la sua composizione. Per trovare il colore complementare osserva la figura: il giallo è opposto al viola; l’arancio è opposto al blu; il verde è opposto al rosso. I colori opposti sono complementari.

- Il secondo metodo di classificazione dei colori è quello che li distingue in colori freddi e caldi ►FIG. 6. Sono considerati caldi i colori in cui predominano il giallo e il rosso; freddi quelli in cui prevalgono il verde e il blu. È una suddivisione dettata anche dal tipo di percezione che si ha di questi colori. I colori caldi stimolano vivacità, allegria, solarità; quelli freddi danno una sensazione di riposo.


3. 2 LE FORME

Nell’aiutarci a distinguere un oggetto, forse non sapremmo dire se sia il suo colore o la sua forma a favorire la sua percezione: in molti casi, probabilmente, il merito va a entrambe le caratteristiche.

Le forme disegnate e riprodotte possono essere distinte in:

- forme naturali e realistiche se sono immediatamente riconoscibili;

- forme astratte se non sono riconoscibili.

Le prime si ispirano alle forme delle cose della realtà che ci circonda come animali, fiori, piante, oggetti; le seconde sono composte da punti, linee, figure geometriche semplici, archi e cerchi.

Si possono comporre segni grafici espressivi partendo dalle figure geometriche fondamentali: triangolo, quadrato, cerchio. Tutte le altre forme si possono ottenere dalla trasformazione di queste.

Sovrapponendo o intersecando le superfici delle varie figure geometriche, si possono realizzare forme astratte particolari ► FIG. 7.

È possibile poi realizzare disegni astratti componendo figure geometriche dello stesso tipo o di diverso tipo, agendo sia per addizione e sottrazione di forme sia per moltiplicazione e divisione di forme.

Nella ►FIG. 8, disponendo una vicino all’altra quattro formelle di terracotta di uguale disegno, apparirà al centro una croce inscritta in un cerchio.

Nella ►FIG. 9, sottraendo dallo stesso quadrato un uguale numero di quadretti identici per dimensione, si ottengono forme diverse.


FIGURA 9 Sottrazione di forme.

Il rosone in ►FIG. 10 è il risultato della moltiplicazione di un quadrato sezionato in due rettangoli e fatto “girare” in 24 posizioni distanziate dallo stesso intervallo.

Il disegno in ►FIG. 11 è invece il risultato della divisione in quattro triangoli uguali del triangolo grande di partenza. A loro volta, i triangoli ottenuti sono stati ancora divisi allo stesso modo e così via.

Si possono poi disegnare immagini stilizzate, dove per stilizzazione si intende la rappresentazione grafica di forme naturali (piante, fiori, animali) o artificiali (oggetti vari) semplificate e ridotte al loro schema essenziale per realizzare immagini originali ►FIG. 12.



FIGURA 12 Fiori stilizzati.

3. 3 I CARATTERI DEL TESTO: IL LETTERING

Lo studio e la progettazione della forma dei caratteri è quello che viene chiamato tecnicamente il lettering.

Il significato di una parola o il contenuto espressivo di un testo può, infatti, essere sostenuto o esaltato dalla sua forma: una scritta ben eseguita e originale è fondamentale per la comprensione del messaggio. Quindi un manuale tecnico dovrà necessariamente essere scritto con un carattere diverso da quello di un libro di favole per bambini.

Esistono poi situazioni in cui la leggibilità e la comprensibilità immediata del messaggio è particolarmente importante, come nei luoghi e negli uffici pubblici.

Per la scelta dei caratteri da impiegare c’è davvero l’imbarazzo: se ne contano parecchie centinaia nelle librerie dei computer e ne nascono continuamente di nuovi.

4 LE APPLICAZIONI DELLA GRAFICA

Vediamo quali sono, tra le tante, alcune delle più comuni applicazioni della comunicazione grafica.

4. 1 PITTOGRAMMI, LOGOTIPI E MARCHI

Nel paragrafo 2 abbiamo detto, a proposito del monogramma di Cristo, che alle forme disegnate è possibile attribuire un significato simbolico. Infatti, così come in un messaggio può prevalere il testo, è altrettanto possibile affidare a un certo tipo di segno grafico, il pittogramma, l’intero compito della comunicazione.

I segnali stradali ne sono un esempio significativo. I cartelli possono riportare:

-    figure astratte per rappresentare un concetto, come per esempio il segnale stradale che indica l’obbligo di dare la precedenza ►FIG. 13;

-    figure realistiche che corrispondono all’oggetto reale in merito al quale si vuole comunicare il messaggio, come per esempio un segnale che indica la presenza di un distributore di benzina ►FIG. 14;

Anche un’azienda può essere rappresentata con un simbolo. Se si tratta di un simbolo grafico, si tratta di un pittogramma ►FIG. 15.

Se disegniamo invece una scritta, scegliendo con cura i caratteri, magari facendone una stilizzazione grafica (il nome di quell’azienda, per esempio), si parla di logotipo, o più brevemente logo.

Il pittogramma, solitamente, è abbinato al logotipo e questa unione costituisce il marchio ►FIG. 16. anche se comunemente si crede che il marchio sia la sola parte simbolica. Invece il logotipo ne è la parte leggibile e pronunciabile.

Ma esistono pittogrammi che possono vivere separati dal logo. In questo caso il pittogramma è sufficientemente conosciuto per cui viene identificato nel marchio anche senza l’inserimento del nome ►FIG. 17.

Assai più comune è incontrare dei logotipi che per la loro caratterizzazione sono essi stessi un “marchio” ►FIG. 18. Data la grande quantità di prodotti che quotidianamente la pubblicità ci propone, per un’azienda diventa importantissimo avere un segno distintivo unico: un marchio/logo ben progettato può significare una solida base per una buona immagine.

Il marchio viene registrato in appositi uffici e protetto dalla legge. Può inoltre avere o meno il pay-off, cioè una frase che riassume l’ambito in cui agisce l’azienda ►FIG. 19. Dopo aver impostato e definito il marchio, si può arrivare alla progettazione dell’immagine coordinata dell’azienda. I progettisti si occuperanno, cioè, di tutte le manifestazioni “esterne” dell’impresa a partire dalla carta intestata, alle buste da lettere, ai bigliettini da visita, alle divise dei dipendenti e dei collaboratori, ai cataloghi, alle insegne, alla cartellonistica, al sito web, agli allestimenti espositivi, alla pubblicità sugli automezzi, ai gadget, al packaging, di cui parleremo di seguito, ecc.


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