INFANZIA Osservo e agisco Anche a scuola dell infanzia ogni classe è una comunità Impariamo a vivere insieme morte, ma che non dobbiamo evitare perché nulla della dimensione umana deve essere omesso ai bambini, né tantomeno nascosto. importante trattare il tema della morte con parole semplici, utilizzando esempi alla portata della prima infanzia, aiutandosi con racconti adatti a questa tenera età. Perciò parliamo di vita e di morte, poi sottolineiamo che i cristiani credono nella vita oltre la morte, perché ce ne ha parlato Gesù: così ci ha testimoniato con la Risurrezione. Francesca Fabris Autrice e docente Premessa Stare bene insieme, vivere in una comunità rispettosa, ha a che fare con la parola «comunione . In origine questa parola descriveva l armonia che c è tra due o più persone, deriva infatti dal greco koinonìa, un termine che troviamo spesso nel Nuovo Testamento, in particolare nel Vangelo secondo Giovanni e nelle Lettere dell apostolo Paolo. La parola koinonìa è usata per indicare la comunione che i primi cristiani avevano tra di loro e con Dio nella Chiesa primitiva, che si manifestava attraverso dei particolari modi di agire quali la comunione dei beni, la preghiera corale e lo spezzare dell unico pane. Questi modi di agire possono essere equiparati ai gesti di condivisione presenti nelle comunità dei bambini: anche alla scuola dell infanzia ogni classe è una comunità che condivide gli stessi spazi, educatori e oggetti, che recita le stesse filastrocche e che mangia nel medesimo ambiente condividendo cibo e bevande. Quando i bambini sperimentano che si può stare bene insieme nella loro piccola comunità vivono la koinonìa. La comunione dei santi Il cristianesimo proclama il Regno di Dio, cioè una vita in Dio fatta di gioia e armonia dopo la morte, che ha inizio già sulla Terra, come Gesù stesso ha annunciato. Nella Bibbia la koinonìa si estende anche alle persone defunte. Troviamo degli esempi nei seguenti brani tratti dal Nuovo Testamento. «Nessuno di noi, infatti, vive per se stesso e nessuno muore per se stesso, perché se noi viviamo, viviamo per il Signore, se noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore. Per questo infatti Cristo è morto ed è ritornato alla vita: per essere il Signore dei morti e dei vivi (Rm 14,7-9). «Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui. Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra (1 Cor 12,26-27). IL BRANO BIBLICO Il 1° novembre si celebra Ognissanti, una festa che va a braccetto con la comunione dei santi, un concetto sicuramente spinoso, perché occorre parlare di L Ora di Religione 26 Novembre 2023
OSSERVO E AGISCO - Impariamo a vivere insieme di Francesca Fabris