FORMAZIONE IDR pando una propensione a denigrarsi e a sperimentare forme più o meno accentuate di ansia. Come sottolinea Montuschi, molte aspettative dei genitori possono condizionare il rapporto educativo con i propri figli, i quali possono essere inconsciamente considerati come estensione di loro stessi («Mi fai fare brutta figura se ti comporti così ), miglioramento di loro stessi («Non voglio che ripeta gli errori che ho fatto io ) o come una loro seconda opportunità di vita («Voglio che il mio bambino possa fare quello che io ho tanto desiderato quando avevo la sua età e non ho potuto fare ). Le aree nelle quali un bambino può trovarsi costretto a soddisfare le manie perfezioniste dei suoi genitori sono diverse: la pulizia, il profitto scolastico, le buone maniere a tavola, l attività sportiva. Le attese esagerate dei genitori nei confronti dei figli possono causare in questi sofferenza e minare le basi per una buona autostima. Il loro disagio si manifesta in forme diverse: tendenza a svalutarsi, paura eccessiva del rimprovero o della delusione del genitore, forme ricorrenti di ansia. La psicologia del superbimbo non è garanzia di felicità per i bambini: «Non serve a nulla tirare un fiore perché cresca (Danielle Laporte, L autostima dei bambini da 0 a 6 anni, Edizioni San Paolo, Milano 2006, p. 22). In situazioni simili al caso sopra ricordato, se si vuole migliorare lo stato d animo del bambino, è necessario che l adulto lavori molto su se stesso, migliorando la conoscenza di sé e di certi meccanismi psicologici inconsci, prestando più attenzione ai feedback offerti dai figli (che metacomunicano disagio e sofferenza), confrontandosi con persone esperte in campo educativo. Lavorare su se stessi è smettere di aspettare che gli altri cambino. Aldo Basso Sacerdote e psicologo I bambini di una classe quinta parlano tra loro dei voti, perché il giorno precedente sono state distribuite le schede di valutazione. Un alunna (10 anni, che ottiene solitamente votazioni buone) la cui mamma il giorno fissato non era potuta venire a ritirare la scheda a un certo punto scoppia a piangere. L insegnante le si avvicina e le chiede il motivo del suo pianto: « per i voti...? . La bambina sembra non voler dire il vero motivo e dichiara: «Ho mal di pancia . L insegnante la invita a non nascondere il vero motivo del suo pianto e la sollecita benevolmente a comunicarglielo, facendole presente che lei pensa che esso sia legato proprio ai voti che di lì a poco la mamma avrebbe conosciuto ritirando la scheda. «Sono preoccupata afferma la bambina perché temo di avere dei brutti voti e poi mamma e papà si arrabbiano . L insegnante continua una breve conversazione con l alunna metacomunicandole empatia e comprensione. Alla fine, la bambina si mette a ballare, rilassata e divertita. L insegnante racconta questo episodio una bambina brava a scuola e con buoni risultati come esempio di un atteggiamento genitoriale che lei nota con frequenza nelle famiglie dei propri alunni: atteggiamento che consiste in una forma di perfezionismo che affligge l adulto (genitore), il quale tende a coltivare attese esagerate nei confronti dei figli e vorrebbe da loro risultati sempre migliori. Questi figli avvertono di non riuscire (quasi) mai a soddisfare tali aspettative, rimanendo così condannati a sentirsi mai accettati dal genitore e svilupL Ora di Religione 5 Gennaio 2024 Fatti quotidiani Se il genitore non è mai contento
FATTI QUOTIDIANI - Se il genitore non è mai contento di Aldo Basso