PRIMARIA Curricolo verticale Quando la memoria da personale diventa collettiva Dal ricordo al memoriale possiamo imparare a non commettere più gli stessi errori, per poter fare meglio e progredire nella scoperta e nell utilizzo del nostro pianeta e di questa vita che ci è data come dono gratuito. Giordana Cavicchi Insegnante Memoria e perdono Dalla Parabola del seminatore (Mc 4,1-12) impariamo che nessun seme può dare frutto se non cade in un terreno adatto dove può mettere radici, dove, se curato e coltivato, può dare origine a una nuova pianta capace a sua volta di produrre buon seme. Così è nella vita: ogni avvenimento, ogni incontro, ogni parola, ogni storia, se non cade in un terreno buono non serve; dopo un po sarà dimenticato e non aiuta a crescere, a dare il meglio. La memoria non va mai cancellata, neppure quando è triste, brutta; può essere mitigata: dal dolore, dal rancore, dai sentimenti negativi in genere. Quando i ricordi sono brutti per poter essere conservati devono passare attraverso il perdono altrimenti sono solo peso e sofferenza. Il perdono è un atteggiamento del cuore che è capace di separare il gesto dalla persona, di andare oltre l offesa, il danno, l ingiustizia. Il «per-dono è un «dono-per crescere insieme. Chi perdona dimentica il risentimento, l astio o addirittura l odio per il torto subito, e chi riceve il perdono ha la certezza che una relazione è ancora possibile, che si può ricominciare. Nessuno è esente dall errore o dalla colpa, ma ognuno di noi è molto di più dei suoi errori perché porta in sé la capacità di progredire e migliorare sempre. Per i cristiani il perdono è solo una piccola anticipazione della Misericordia di Dio. I ricordi dunque vanno coltivati come elementi preziosi del nostro giardino esistenziale e si coltivano con la curiosità di conoscere il «perché e il «come , e con la costanza di ritornare sul passato per non perdere i fili della nostra storia. in questo senso che nascono le Giornate della memoria, del ricordo, le feste, le commemorazioni e le celebra- L importanza del ricordo Il terreno buono è il cuore, l intelligenza, la persona che sa far tesoro di tutto, delle cose buone e di quelle meno buone, per imparare, per costruire un pezzo della propria identità in vista della realizzazione di un progetto di vita pieno, per se stessa e per gli altri. Noi siamo la nostra storia che è fatta di ricordi. Il ricordo, ciò che resta dentro di noi, non è mai una cosa oggettiva, ma sempre un esperienza unica, carica di emozioni e sentimenti che insieme all evento, al contesto, alla persona, costruisce il nostro passato. E quando il ricordo non è solo personale bensì collettivo allora diventa memoria, tradizione, conoscenza, ma anche progresso, storia comune e premessa di futuro. dall esperienza passata che L Ora di Religione 52 Gennaio 2024
CURRICOLO VERTICALE - Dal ricordo al memoriale di Giordana Cavicchi