Reinterpretare le parabole SECONDARIA I GR. Alessandro Basso Sacerdote salesiano e docente La parabola del seminatore Quando amare vuol dire «avere le mani bucate» Qualche mese fa, nel giardino della scuola dove insegno, caduto un salice; certamente non una pianta secolare, ma sicuramente caratteristica, tanto da dare il nome a tutta la zona di Torino dove si trova la scuola. Nessuno ha assistito alla scena: avvicinandoci alla pianta, tutti per abbiamo potuto constatare l origine del danno: il tronco era spezzato di netto proprio vicino a dove la pianta affondava le sue radici nella terra. Questa scena, con una pianta semi-morta ma ancora aggrappata alla vita con tutto quello che le restava, mi ha fatto pensare alla parabola del seminatore. Perch questi pensieri? Perch il fatto di vedere una pianta solida, in salute, che prosperava da anni su un terreno buono (ne ero testimone oculare), venire gi cos , di netto, spezzandosi alla radice mi ha fatto riflettere che neanche il terreno buono, da solo, basta per portare un frutto che duri nel tempo. Dopo questa lunga introduzione, che forse ai pi attenti ha anche gi fatto un po capire dove vogliamo andare a parare, alzi la mano chi non ha mai sentito la parabola del seminatore (Mt 13,123; Mc 4,1-20; Lc 8,4-15). Anche questa una delle parabole pi conosciute, sia per i molti canti di chiesa che ha suggerito, sia a motivo del fatto che lo stesso Ges la commenta nei Vangeli, pochi versetti dopo averla enunciata: sicuramente i ra- 46 L Ora di Religione Dicembre 2024 gazzi cui ci rivolgiamo almeno una volta l avranno sentita nominare. Leggere insieme il testo, allora, magari coadiuvati dalla proiezione del dipinto del Seminatore al tramonto di Van Gogh (l immagine a disposizione nei ), aiuta a stimolare la riflessione dei ragazzi. Del dipinto esistono diverse versioni (era un tema molto caro a Van Gogh); io vi ho riportato la mia preferita, scegliete voi se tenerla o cambiarla. RISONANZE E DOMANDE Probabilmente ai vostri ascoltatori sar rimasto impresso l enunciato finale, quello per cui un seme caduto sul terreno buono produce «il trenta, il sessanta, il cento per uno». La grazia di Dio opera in maniera sovrabbondante, lo sappiamo, ma per dei ragazzi che difficilmente conoscono la vita dei campi queste parole possono quantomeno far nascere una domanda: «Che storia mai questa? Come fa un seme a farne venire fuori cento?». Qualcuno dei pi attenti probabilmente sar riuscito a mettere insieme testo e immagine e a chiedersi: «Ma perch questo seminatore esce dal seminato? Dove sta andando? Se va avanti cos non diventa pi difficile il suo lavoro?». I pi interessati al risvolto economico della vicenda si saranno chiesti: «Ma quanto seme deve avere per buttarne cos a destra e