GIULIETTA E ROMEO I ricchi Capuleti e i Montecchi erano le due famiglie più eminenti di Verona. Tra di loro c’era stata un’antica contesa, che era giunta a tali estremi di nefasta inimicizia da estendersi fino ai parenti più lontani, ai seguaci e ai domestici di entrambe le parti; tanto che, se un servitore di casa Montecchi ne incontrava uno di casa Capuleti, o se un Capuleti si imbatteva per caso in un Montecchi, ne seguivano feroci contumelie e a volte addirittura spargimenti di sangue. Le frequenti risse che scaturivano da questi incontri accidentali disturbavano la pacifica quiete delle strade di Verona. Il vecchio Capuleti offrì un giorno un grande banchetto a cui furono invitate molte graziose signore e nobili ospiti. Tutte le più belle donne di Verona erano là e tutti i convitati erano i benvenuti, purché non appartenessero alla casata dei Montecchi. Alla festa dei Capuleti era venuta anche Rosalina, l’innamorata di Romeo, figlio del vecchio Montecchi; sebbene fosse pericoloso per un Montecchi essere trovato in questa casa, Benvolio, un amico di Romeo, persuase il giovane signore a recarsi là celato da una maschera, per vedere la sua Rosalina e paragonarla alle bellezze scelte di Verona; il che, sosteneva, avrebbe fatto apparire il suo cigno come un corvo. Romeo diede poco credito alle parole di Benvolio, tuttavia, per amore di Rosalina, si convinse ad andare; egli era infatti un amante sincero e appassionato, capace di perdere il sonno per amore, di rinunciare alla compagnia per fantasticare di Rosalina, la quale lo disdegnava e non aveva mai ricambiato il suo amore con il minimo gesto di cortesia o affetto.