Dunque Benvolio voleva guarire l’amico da questo amore facendogli frequentare compagnie e donne diverse. Romeo e Benvolio arrivarono mascherati con il loro amico Mercuzio alla festa dei Capuleti. Il vecchio Capuleti diede loro il benvenuto e li invitò a danzare con quelle signore i cui piedi non fossero ancora doloranti; il vecchio era gioviale e allegro e raccontò che anch’egli, da giovane, aveva indossato la maschera per poter sussurrare storielle alle orecchie delle belle fanciulle. I giovani si diedero alle danze e Romeo fu improvvisamente colpito dalla straordinaria bellezza di una giovinetta che stava ballando; la sua bellezza gli sembrò rilucere più delle torce che bruciano ardenti, risplendere nell’oscurità come un ricco gioiello indossato da un moro, spiccare come una candida colomba tra i corvi; una bellezza troppo rara per essere sfiorata, troppo preziosa per questa terra, pensò Romeo, tanto la sua levigatezza e la sua perfezione superavano quelle delle sue compagne. Mentre pronunciava queste lodi, fu udito da Tibaldo, un nipote del vecchio Capuleti, che lo riconobbe dalla voce. Tibaldo, giovane dal temperamento fiero e sanguigno , non poteva tollerare che un Montecchi si presentasse ai loro banchetti per irriderli e motteggiarli protetto da una maschera; esplose in un incontenibile accesso di rabbia e avrebbe voluto colpire a morte Romeo. Ma lo zio, il vecchio Capuleti, non era disposto ad accettare in quel momento alcun gesto violento, sia per rispetto dei suoi ospiti, sia perché Romeo si era comportato da gentiluomo e tutti a Verona lo stimavano un giovane onesto e misurato. Tibaldo, benché riluttante, fu costretto a controllarsi e trattenne i suoi impulsi, ma giurò che un giorno il vile Montecchi avrebbe pagato a caro prezzo la sua intrusione. 1 2 : impulsivo, collerico. : prendersi gioco di loro. 1 sanguigno 2 irriderli