Ma nel caso di Giulietta non avevano alcun senso dinieghi o dilazioni, come nessuno dei soliti vezzi di un corteggiamento centellinato e protratto. Romeo aveva sentito dalla sua viva voce la dichiarazione del suo amore, quando ella non poteva immaginare di essere udita. Così, con l’onesta schiettezza giustificata dall’unicità della sua situazione, ella confermò la verità di ciò che Romeo aveva prima ascoltato e, chiamandolo (tanto l’amore può addolcire un nome amaro), lo pregò di non attribuire la sua immediata condiscendenza a leggerezza o a disonestà, ma di imputare la colpa, se colpa si poteva definire, alla notte, che aveva tanto inaspettatamente rivelato i suoi pensieri. Aggiunse però che, se il suo comportamento poteva apparire poco prudente, secondo le regole applicate al suo sesso, ella si sarebbe dimostrata più sincera di molte altre, la cui discrezione era simulata e la cui modestia era solo un astuto artifizio. Romeo stava invocando il cielo a testimone di quanto fosse remota da lui l’intenzione di imputare il benché minimo peccato a una signora tanto virtuosa, quando ella lo interruppe pregandolo di non spergiurare; infatti, per quanto fosse felice di essere amata, non si rallegrava affatto della promessa scambiata quella notte, troppo avventata, sconsiderata e improvvisa. Ma, siccome Romeo sembrava impaziente di scambiare con lei una promessa d’amore, ella disse di avergliela già donata prima ancora che egli la richiedesse, quando aveva ascoltato la sua confessione; ma avrebbe ritirato ciò che aveva concesso prima per il piacere di darlo un’altra volta, poiché la sua generosità era infinita quanto il mare e il suo amore altrettanto profondo. La nutrice, che dormiva con lei, la chiamò, distogliendola da questa conversazione amorosa; era tempo di andare a dormire, essendo quasi l’alba. 9 10 bel Montecchi 11 : moine. : lungo e graduale, come un vino pregiato e delizioso che si gusta a piccolissimi sorsi (si centellina). : riservatezza. 9 vezzi 10 centellinato 11 discrezione