Rinunciò ad ogni altro diritto regale ad un’unica condizione, quella di essere ospitato assieme al suo seguito di cento cavalieri da ognuna delle due figlie maggiori a mesi alterni. Questa insensata decisione del re, dettata più da un impulso passionale che dalla ragione, riempì di stupore e preoccupazione tutti i cortigiani; ma nessuno di loro ebbe il coraggio di opporsi all’ira del sovrano già alterato, eccetto il marchese di Kent, il quale tentò di prendere le difese di Cordelia; Lear, infuriato, gli ordinò di tacere se voleva avere salva la vita, tuttavia il buon Kent non si lasciò facilmente respingere. Egli era sempre stato devoto a Lear, l’aveva onorato in quanto re, seguito come un maestro e amato come un padre; non aveva mai esitato a mettere a repentaglio la propria vita nel combattere i suoi nemici, né aveva temuto di perderla per salvare il suo re; e neppure ora che Lear gli era ostile questo fedele suddito si scordò i suoi principi, quando si oppose audacemente e con decisione alla sua follia per mostrargli gli errori che stava commettendo. In passato era stato un consigliere leale per il re e ora cercava di convincerlo a condividere la propria opinione (come già aveva fatto in occasione di importanti questioni) e ad accettare il suo suggerimento di controllare, con le sue facoltà più elevate, questa sua inaccettabile impulsività; era pronto a rispondere con la propria vita della sua opinione che la figlia minore di Lear lo amava sinceramente e che le sue parole, semplici ma sincere, non erano segno di insensibilità. Quando il potere si piegava alla lusinga, la dignità era destinata a trasformarsi in bassezza. In quanto alle minacce di Lear, come potevano colpirlo, se la sua vita era già al suo servizio? Queste non gli avrebbero impedito di parlare come il dovere gli imponeva. L’onesta franchezza del marchese di Kent non fece che inasprire ulteriormente l’ira del re; come il paziente che delira e uccide il medico per attaccamento alla propria malattia mortale, egli bandì questo leale suddito, concedendogli solo cinque giorni per prepararsi a partire; se al sesto giorno non avesse liberato il regno di Inghilterra della sua odiosa presenza, allora sarebbe stata la sua morte.