con il suo seguito alla volta del palazzo di Regan, la sua seconda figlia. Lear si trovò a riflettere su come la colpa di Cordelia, se di colpa si poteva parlare, apparisse ora insignificante se paragonata a quella della sorella, e pianse amaramente; ma provò vergogna nel constatare che il potere esercitato su di lui da Goneril era tanto grande da riuscire a ridurlo alle lacrime. Regan e suo marito vivevano alla loro corte con grande pompa15 e ostentazione. Lear inviò un messaggio alla figlia tramite Caio, il suo servitore, di modo che essa si preparasse a riceverlo, quando sarebbe arrivato con il suo seguito. Ma Goneril l aveva preceduto, mandando a sua volta una lettera a Regan, in cui l avvisava della ribellione e della rabbia del padre e le consigliava di non accogliere i cavalieri che lo seguivano. Il suo messaggero arrivò assieme a Caio, con il quale si incontrò; questi era proprio quel paggio, che Caio aveva già malmenato per frenarne l impertinenza nei confronti di Lear. Caio, non sopportando la sua vista e sospettando il motivo per cui era venuto, lo ingiuriò e lo sfidò a combattere; nonostante questi si fosse ritratto, Caio, preso da comprensibile ira, lo colpì come si meritava un maldicente messaggero di malvagità della sua fatta. Quando questa notizia giunse alle orecchie di Regan e suo marito, ella ordinò di mettere Caio in catene, nonostante fosse un messaggero inviato dal re suo padre e per questo motivo gli si dovesse il massimo rispetto; così la prima cosa che il re vide, entrando nel castello, fu il suo fedele servitore Caio in quella disonorevole condizione. Questo non era che un cattivo presagio dell accoglienza che lo aspettava; ne seguì uno peggiore quando, avendo chiesto della figlia e di suo marito, gli fu risposto che non potevano riceverlo poiché, avendo viaggiato tutta la notte, erano stanchi; infine, dopo aver insistito con fermezza e insofferenza per vederli, essi si presentarono a 15 pompa: lusso e sfarzo. 212