dimostrasse un più grande affetto. Ma Goneril ritrattò la sua proposta, dicendo: Che bisogno c è di venticinque cavalieri? o anche di dieci, oppure cinque, quando potreste essere accudito dai miei servitori o da quelli di mia sorella? . In questo modo le due malvagie sorelle, quasi rivaleggiassero per superarsi l un l altra nelle prove di crudeltà verso il vecchio padre, che era stato tanto generoso con loro, poco a poco avrebbero eliminato tutto il suo seguito, tutto il potere che gli era rimasto (ben poca cosa per lui che aveva un tempo regnato) a dimostrare che un tempo era stato re. Non che un imponente esercito di cavalieri sia essenziale alla propria felicità, ma passare dalla condizione di re a quella di mendicante, dalla posizione di colui che domina un intero paese a quella di chi non ha nemmeno un servitore, è cosa difficile da accettare; ma ciò che più feriva il cuore del povero re, non era tanto la possibile mancanza del suo seguito, quanto il fatto che questo gli fosse negato dall ingratitudine delle figlie. Fu così che, a causa di questo duplice tradimento e del dispetto che provava per aver rinunciato al suo regno tanto insensatamente, la sua mente cominciò a vacillare, e, pur non sapendo come, giurò di vendicarsi di quelle creature snaturate in modo tremendo, che servisse di esempio per tutta l umanità. Mentre così vanamente minacciava ciò che il suo debole braccio non avrebbe mai potuto compiere, scese la notte, portando con sé una violenta tempesta con tuoni, fulmini, raffiche di vento. Poiché le figlie persistevano nella loro decisione di non accogliere il seguito del padre, egli fece preparare i suoi cavalli e scelse di affrontare la furia implacabile della tempesta piuttosto di rimanere sotto lo stesso tetto delle due ingrate figlie. Queste, rinfacciandogli che le pene procurate dalla propria ostinazione non sono altro che una giusta punizione, ebbero cuore di lasciarlo partire in quelle condizioni e chiusero le porte alle sue spalle. Fuori il vecchio re si trovò a combattere con gli ele214