che solitamente si accompagnava al re, avrebbe costituito un ostacolo insormontabile alla sua azione. Oltre a ciò, proprio il fatto che l usurpatore fosse il marito di sua madre lo riempiva di scrupoli e affievoliva la determinazione del suo proposito. Anche il solo fatto di dare la morte a un proprio simile era di per sé odioso e ripugnante a un indole per natura tanto benevola come quella di Amleto. Dunque, l inquietudine e la prostrazione 17 del suo spirito così a lungo protratte avevano reso i suoi propositi vacillanti e lui stesso così indeciso da impedirgli di portare a termine il suo compito. In aggiunta, non riusciva a scacciare dalla sua mente il dubbio che lo spirito apparsogli fosse davvero suo padre o non piuttosto il diavolo che, come aveva sentito dire, ha il potere di assumere qualsivoglia aspetto a suo piacimento; in questo caso avrebbe potuto prendere le sembianze di suo padre solo per approfittare della sua debolezza e del suo umor nero18 e spingerlo a compiere un atto così disperato qual è un assassinio. Decise dunque di cercare un terreno d azione più solido di quello prestato da un apparizione, una visione che avrebbe potuto rivelarsi un inganno. Mentre si dibatteva tra queste incertezze, giunsero a corte degli attori, delle cui rappresentazioni Amleto si era già dilettato; in particolare lo aveva colpito il monologo tragico recitato da uno di loro, che descriveva la morte del vecchio Priamo, re di Troia, e lo strazio di Ecuba, la sua regina. Amleto diede il benvenuto ai suoi vecchi amici e, ricordando quanto quel monologo gli fosse piaciuto, chiese all attore di ripeterlo. Egli lo rese con tanta vividezza, mettendo in evidenza il crudele assassinio del debole re anziano, la distruzione del suo popolo e della città nelle fiamme, il folle dolore della vecchia regina, che correva scalza per il palazzo con un misero copricapo sulla testa un tempo coro- 17 prostrazione: abbattimento, depressione estrema. 18 umor nero: malinconia (vedi n. 5). 237