dimenticato di avvertire la regina di non servirsi di quella coppa; ma avendovi bevuto, ella morì all istante, denunciando l avvelenamento con il suo ultimo respiro. Amleto, nutrendo ora più di un sospetto, ordinò di sprangare le porte, per impedire la fuga al traditore. Ma Laerte gli rivelò l inutilità del suo gesto, poiché egli stesso era quel traditore; e, sentendo la vita sfuggirgli a causa della ferita procuratagli da Amleto, svelò il disegno malvagio cui aveva preso parte e come ne fosse rimasto egli stesso vittima. Disse ad Amleto della punta avvelenata e di quanto poco tempo restasse anche a lui da vivere, poiché nessun antidoto poteva guarirlo; e chiedendo perdono al principe, morì, dopo aver pronunciato le ultime parole di accusa nei confronti del re, il vero artefice del misfatto. Quando Amleto sentì la sua fine avvicinarsi, di colpo rivolse la spada, sulla cui lama era rimasto un po di veleno, contro l infido zio, e gli trapassò il cuore, adempiendo così alla promessa fatta al fantasma di suo padre, la cui preghiera era ora esaudita e il cui infame assassinio era vendicato con la morte. Amleto poi, sentendo venir meno il respiro e la vita abbandonarlo, si rivolse al caro amico Orazio, che era stato spettatore di questa fatale tragedia, e con voce morente gli chiese di vivere per raccontare questa storia al mondo intero. Orazio, infatti, aveva fatto mostra di voler togliersi la vita per accompagnare il principe nell aldilà; ma egli promise che avrebbe riferito fedelmente gli eventi, essendone stato testimone passo a passo. Ormai riconciliato con se stesso il nobile cuore di Amleto si spezzò; Orazio e gli altri presenti, tra le lacrime, affidarono l anima del dolce principe alla custodia degli angeli. Amleto era un principe compiacente e benevolo, molto amato per le sue innumerevoli e nobili virtù e, se fosse vissuto, sarebbe stato, senza alcun dubbio, il più regale ed eccellente re di Danimarca. 247