poi spregevole la sua mancanza di fermezza e lo accusò di inaffidabilità e codardia; dichiarò che, pur avendo allattato e conosciuto la tenerezza dell amore per il piccolo che si nutriva del suo latte, rivolgendole un sorriso, non avrebbe esitato a strapparselo dal seno e a massacrarlo, se avesse giurato di farlo, come aveva giurato di portare a compimento quest assassinio18. Aggiunse quindi che sarebbe stato facile addossare la colpa del misfatto ai paggi addormentati per il troppo vino. E, con l eloquenza del parlare, sferzò a tal punto la sua volontà inerte, che egli riacquistò il coraggio necessario alla sanguinaria impresa. Così, impugnata la daga, si avviò furtivamente alla stanza buia dove giaceva Duncan. Mentre avanzava, gli sembrò di vedere un altra daga sospesa in aria con l impugnatura rivolta verso di lui e la lama grondante di sangue; ma quando tentò di afferrarla, svanì nel nulla: un mero fantasma della sua immaginazione febbrile e ossessionata dall idea dell atto che stava per compiere. Scrollatosi di dosso lo spavento per questa apparizione, entrò nella stanza del re e lo uccise con un solo colpo della sua daga. Appena commesso il delitto, uno dei valletti che dormiva nella stanza rise nel sonno e l altro gridò: Assassino! , esclamazione che destò entrambi; tuttavia, dopo aver pronunciato una breve preghiera, uno di loro disse: Dio ci benedica , al che l altro ribatté: Così sia! , e si riaddormentarono. Macbeth, che li aveva ascoltati impietrito, cercò di rispondere a sua volta: Così sia , quando il paggio invocò la benedizione di Dio, ma, sebbene gli fosse necessaria più di ogni altra cosa, le parole gli si bloccarono in gola e non riuscì a pronunciarle. E ancora, gli sembrò di udire una voce che gridava: Non dormite più! Macbeth uccide il sonno innocente che nutre la vita . Di nuovo gridò per tutta la casa: Non dormi- 18 allattato ... assassinio: immagine estrema, in cui la donna sembra negare la sua natura vitale; cfr. anche n. 12. 264