Il re di Napoli e Antonio, l’infingardo fratello, si pentirono dell’ingiustizia commessa nei confronti di Prospero e Ariel riferì al suo signore di essere certo che la loro contrizione era sincera e di aver provato pietà per loro, benché fosse solo un folletto. “Allora, portali qui, Ariel”, disse Prospero, “se tu stesso, un semplice spiritello, sei sensibile alla loro sofferenza, pensi che io, un essere umano come loro, non provi compassione? Portali qui in fretta, mio grazioso Ariel”. Ben presto Ariel fu di ritorno assieme al re, ad Antonio e al vecchio Gonzalo, i quali lo avevano seguito incantati dalla strana musica che egli aveva fatto risuonare nell’aria per condurli alla presenza del suo padrone. Gonzalo era lo stesso nobiluomo che aveva generosamente aiutato Prospero, portandogli libri e cibo, quel lontano giorno in cui il malvagio fratello l’aveva abbandonato a morire (questa era la sua convinzione) su una fragile barca in mezzo al mare. Strazio e terrore li avevano ottenebrati a tal punto da non riconoscere più Prospero. Egli si palesò dapprima al buon Gonzalo, appellandolo suo salvatore; poi rivelò a suo fratello e al re di essere quel Prospero da loro un tempo offeso. Antonio, versando tristi lacrime di dolore e autentico pentimento, implorò il perdono del fratello e il re espresse un sincero rimorso per aver sostenuto Antonio nel deporre il legittimo duca: Prospero li perdonò e, ottenuto il loro impegno a restaurare il suo potere nel ducato di Milano, disse al re di Napoli: “Anch’io ho in serbo un dono per voi”; e aperta una porta gli mostrò il figlio Ferdinando intento al gioco degli scacchi con Miranda. Nessuna gioia potrebbe superare quella del padre e del figlio che si ritrovarono inaspettatamente dopo aver temuto, l’uno per l’altro, la scomparsa nella tempesta. “Oh, meraviglia!”, esclamò Miranda. “Che superbe creature! Il luogo che può vantare simili abitanti è di certo una nobile terra”. Il re di Napoli fu colpito quasi quanto suo figlio dalla bellezza e dalla singolare grazia della giovane Miranda. “Chi è questa fanciulla?”, domandò. “Potrebbe essere la dea che ci ha separati prima e riuniti ora”.?