deserta . Chiamò poi Calibano perché preparasse la cena e riordinasse la caverna e tutti rimasero stupiti alla vista delle rozze sembianze e dello sguardo selvaggio dell orribile mostro, che (come rivelò Prospero) era il suo unico servitore. Prima di lasciare l isola, Prospero sciolse Ariel dal vincolo che gli aveva imposto, con somma gioia del vivace spiritello, il quale, sebbene fosse stato un servitore fedele al suo signore, desiderava sopra ogni cosa riacquistare la libertà di vagare a suo piacere, come gli uccelli del cielo, nell aria, tra gli alberi verdi, i frutti fragranti, i fiori profumati. Mio impareggiabile Ariel , disse Prospero allo spiritello quando lo congedò, riavrai la libertà, anche se sentirò la tua mancanza . Grazie, mio buon signore , rispose Ariel, ma, prima di dare l addio ai servigi del vostro fedele folletto, permettete che io scorti la vostra nave fino a destinazione con venti propizi; e poi, mio signore, quanto saprò gioire della mia libertà! . Ciò detto, Ariel cantò questa graziosa canzone: Là dove si nutrono le api anch io mi nutrirò: tra i petali del papavero riposerò; al canto del gufo rimarrò nascosto, ma tra le ali del tordo volerò tosto felice, a dispetto dell autunno mesto. Felice vivrò e gioioso tra le gemme del ramo odoroso. Prospero poi fece sparire i suoi libri e la sua bacchetta magica in una profonda fossa scavata nella terra: era deciso a non far mai più uso della magia. Infine, avendo vinto i suoi nemici ed essendosi riconciliato con il fratello e il re di Napoli, non restava altro per rendere perfetta la sua gioia che il ritorno alla terra natia, la riacquisizione del ducato e le felici nozze di sua figlia con il principe Ferdinando; il re promise che queste sarebbero state celebrate con grande sfarzo non appena fossero rientrati a Napoli, dove ben presto arrivarono dopo aver dilettevolmente viaggiato sotto la guida sicura di Ariel. 38