Quando le giovani donne scoprirono che i due gentiluomini se ne erano andati, si separarono e ancora una volta, esauste, si misero a vagare per il bosco alla ricerca dei loro innamorati. Non appena si allontanarono, il re degli elfi, che assieme al piccolo Puck aveva sentito i loro litigi, gli disse: “Ecco il risultato della tua sventatezza, Puck, o l’hai fatto a bella posta?”. “Credetemi, re delle ombre”, rispose Puck, “è stato uno sbaglio: non mi diceste che avrei dovuto riconoscere il giovane uomo dalle sue vesti ateniesi? Ad ogni buon conto, non mi dispiaccio certo per ciò che è accaduto, ritengo che la loro discordia sia un divertimento sopraffino”. “Hai udito”, aggiunse Oberon, “che Demetrio e Lisandro sono andati a cercare un luogo adatto alla lotta. Ebbene, ti ordino di ricoprire la notte con un drappo di fitta nebbia in modo che questi due amanti litigiosi vaghino nelle tenebre perdendosi senza potersi più ritrovare. Imita la voce dell’uno quando ti sente l’altro e spingili a seguirti con pungenti insolenze, che penseranno entrambi provenire dalla bocca del rivale. Bada di continuare finché essi non siano così spossati da non poter più proseguire; e quando si saranno addormentati, versa il succo di quest’altro fiore sugli occhi di Lisandro, in modo che al risveglio si dimentichi del recente amore per Elena e ritorni alla sua vecchia passione per Ermia; alla fine entrambe le belle signore potranno rallegrarsi con il loro amato, ricordandosi delle sventure passate come di un sogno opprimente. Al lavoro, svelto, Puck, io andrò a vedere quale dolce innamorato ha trovato la mia Titania”. Titania stava ancora dormendo, e Oberon, scorgendo un contadinotto , che, avendo perso il suo sentiero nel bosco, si era addormentato accanto a lei, pensò: “Ecco chi sarà l’amato della mia Titania”; e, in un batter d’occhio, sostituì la testa del poveretto con quella di un asino, che sembrava andargli a meraviglia, come se fosse cresciuta dalle sue stesse spalle. Sebbene Oberon avesse appoggiato la testa d’asino con molta delicatezza, il malcapitato si risvegliò e, levandosi, ignaro di ciò che Oberon gli aveva fatto, si avvicinò al riparo dove la regina degli elfi si stava riposando. 23 24 : vale la pena di aggiungere che l’arguto Shakespeare lo aveva chiamato Bottom, che in inglese significa “fondo, chiappa, sedere”. : il tema dell’asino richiama Apuleio, scrittore latino del II sec. d.C., autore di un famoso romanzo intitolato Le Metamorfosi o L’asino d’oro, in cui si narrano le fantastiche avventure di un uomo, prima trasformato in asino e poi ridiventato persona. 23 contadinotto 24 testa d’asino