Dopo che Oberon l’ebbe molestata per un certo tempo, le chiese di nuovo il trovatello, che ella non osò rifiutargli, per l’imbarazzo che provava nell’essere stata scoperta dal suo signore con il nuovo favorito.
Oberon, avendo finalmente ottenuto il piccolo che aveva desiderato come suo paggio così a lungo, prese a pietà l’imbarazzante situazione a cui aveva condotto la sua Titania, con i suoi trucchi scherzosi; così versò un po’ di succo dell’altro fiore nei suoi occhi; la regina degli elfi riacquistò immediatamente la padronanza di sé e si stupì della sua recente follia amorosa, anzi si disgustò alla vista di quel mostro singolare.
Oberon liberò anche il povero sciocco dalla testa d’asino e lo lasciò dormire in pace con la sua testa di stupido sulle spalle.
Dopo essersi quindi riconciliati con grande armonia, Oberon raccontò a Titania la storia degli amanti e dei loro litigi di mezzanotte; assieme concordarono di andare ad assistere all’epilogo27 delle loro avventure.
Il re e la regina degli elfi trovarono i due innamorati e le loro graziose signore che dormivano su un soffice prato a poca distanza gli uni dagli altri: infatti Puck, per fare ammenda28 all’errore commesso, con la massima diligenza, era riuscito a riunirli tutti nello stesso luogo, all’insaputa l’uno dell’altro; aveva altresì annullato con cura
l’incantesimo dagli occhi di Lisandro con l’antidoto che gli era stato consegnato dal re degli elfi.
Ermia fu la prima a svegliarsi e, trovando il suo perduto Lisandro addormentato così vicino a lei, lo osservava chiedendosi la ragione della sua inusuale infedeltà.
Lisandro, appena aperti gli occhi e vista la sua cara Ermia, riacquistò la ragione che l’incantesimo degli elfi aveva annebbiato, e, con la ragione, l’amore per Ermia; essi iniziarono a discorrere delle avventure di quella notte, domandandosi dubbiosi se quelle cose erano realmente accadute o se invece avevano entrambi fatto lo stesso sconcertante sogno.

27 epilogo: conclusione, finale
28 fare ammenda: rimediare, scusarsi.