alle sue richieste affinché l ospite si fermasse con loro più a lungo. Da allora iniziarono le pene della buona regina; infatti,benché Polissene avesse rifiutato l invito di Leonte a restare, si lasciò convincere dalle parole gentili e persuasive di Ermione a rimandare la sua partenza di alcune settimane. Per questo Leonte fu colto da un incontrollabile gelosia, sebbene conoscesse da lungo tempo l integrità e la correttezza del suo amico, come pure l irreprensibile2 virtù della regina. Le attenzioni che Ermione rivolgeva a Polissene, anche se usate solo per compiacere un preciso desiderio di suo marito, accrescevano la gelosia dell infelice re; così, da amico affettuoso e sincero, nonché marito eccellente e amorevole qual era, Leonte divenne d improvviso un mostro sfrenato e disumano. Mandò a chiamare Camillo, uno dei nobili di corte, e dopo avergli rivelato il sospetto che nutriva, gli ordinò di avvelenare Polissene. Camillo era un uomo di buon cuore e, sapendo che la gelosia di Leonte non aveva il benché minimo fondamento reale, invece di avvelenare Polissene, lo mise al corrente degli ordini del re suo signore, e i due fuggirono, di comune accordo, dalla terra di Sicilia; con l aiuto di Camillo, Polissene giunse in salvo nel Regno di Boemia, alla cui corte il nobile siciliano si stabilì, diventando il più caro amico e favorito di Polissene. La fuga di Polissene rese furioso l ingelosito Leonte; si diresse agli appartamenti della regina, dove la buona signora si apprestava ad ascoltare una delle storie che il figlioletto Mamilio era solito raccontare per divertire la madre3, e appena entrato le strappò il piccolo e la fece rin2 irreprensibile: senza macchia. 3 storie ... madre: proprio da qui viene il titolo. Infatti, nel testo shakespeariano, Mamilio dice alla madre che una storia triste è meglio per l inverno (Atto II, Scena I). Ma non sarà quella che il bambino voleva raccontare: racconto d inverno diventeranno le drammatiche vicende di cui egli stesso e la sua famiglia saranno protagonisti e vittime. 74