Quando Polissene si era reso conto dell’assenza di suo figlio e di Camillo, sapendo che questi desiderava ritornare in Sicilia da molto tempo, pensò di poter trovare là i due fuggitivi; quindi li seguì al più presto e, senza volerlo, arrivò nel momento più lieto della vita di Leonte. Polissene si unì alla contentezza che accomunava tutti; perdonò a Leonte l’ingiustificata gelosia che aveva nutrito nei suoi confronti, ed essi ritornarono a provare il calore della loro amicizia di fanciulli. Ora non aveva più motivo di opporsi al matrimonio di suo figlio con Perdita. Ella non era “un’ammaliatrice di pecore”, bensì l’erede della corona di Sicilia. Così i lunghi patimenti della paziente e virtuosa Ermione furono infine ricompensati. L’eccellente dama, la più felice delle madri e delle regine, visse ancora per molto tempo in compagnia di Leonte e Perdita. 18 : Ermione assomiglia alla paziente Griselda, moglie del marchese di Saluzzo, descritta anche da Boccaccio (Decamerone, X, 10). 18 paziente