3. PROSE LIRICHE 3.1. Bestie Fa parte di una trilogia, progettata dall autore e solo parzialmente realizzata, che doveva comprendere anche Cose e Persone e Barche capovolte. Il libro, pubblicato da Treves nel 1917, raccoglie una serie di brevi prose alle quali Tozzi lavorò in parte nel periodo di Castagneto e in parte nel periodo romano, dal 1915 al 1917. Il sottile filo simbolico che lega queste prose è dato dalla presenza di un animale in ogni frammento, quasi per rispettare una precisa volontà unitaria dell autore. A ben vedere, Bestie rientra in una precisa ricerca stilistica di Tozzi, il quale aveva ben vivo il problema del rinnovamento della novella. Ancora una volta lo scrittore cerca di fuggire dallo schema tradizionale della trama, per sostituirla con una sorta di lirica interiore e continua . Il realismo quotidiano di questi brani lirici, allora, cela la scoperta di legami prima impensabili tra l io autobiografico e il mondo d intorno. La sua storia, la sua vita, la sua città, qui compaiono a barbagli, per trasalimenti interiori ed i frammenti, pur costituituendo un vero e proprio racconto a sè stante, si fondono in una prospettiva unitaria, ma resa per exempla. La scrittura adottata dall autore è costantemente tenuta a briglia, nella ricerca di uno stile che non può tradire la sua interiorità, sempre più esigente. Il suo stile, come scrive lo stesso Tozzi, deve essere capace di definire il valore schietto d ogni vocabolo adoprato; anche per allontanarmi da quella deplorevole sciatteria che non fa onore almeno ai nove decimi degli scrittori odierni . Come egli dice, a proposito di Luigi Pirandello, ogni battuta non deve essere dettata da una situazione, ma più specialmente è cara all intonazione interiore . I brevi racconti di Bestie allora, più che rispecchiare un improvvisa annotazione lirica, riflettono piuttosto una ferrea ricerca stilistica. A questo stadio della sua ricerca letteraria, quindi, Tozzi pare deciso a dare vigore narrativo anche al più fulmineo dei suoi pensieri, dimo31