CAPITOLO 5 Era ancora presto, quando fui svegliato da voci provenienti dalla mia anticamera: si trattava di un vivace diverbio.1 Stetti ad ascoltare. Bendel proibiva l accesso alla mia porta; Rascal imprecava, gridando di non accettare ordini da un suo pari e si ostinava a voler penetrare in camera mia. Il buon Bendel lo avvertì che simili parole, nel caso in cui fossero giunte alle mie orecchie, avrebbero potuto fargli perdere il suo vantaggioso incarico di servitore. Rascal lo minacciò di mettergli le mani addosso, se gli avesse ancora impedito l ingresso. Vestito a metà, spalancai la porta con rabbia e mi precipitai su Rascal: «Cosa vuoi, farabutto? Egli indietreggiò di due passi e mi rispose con freddezza: «Prego umilmente il signor conte di farmi vedere la sua ombra... Il cortile è per l appunto illuminato da un così bel sole . Fu come se un fulmine mi colpisse. Passarono alcuni istanti prima che ritrovassi la parola. «Come può permettersi un servo con il suo padrone...? Mi interruppe con grande pacatezza: «Un servo può essere un uomo molto onesto e non voler servire un padrone senza ombra. Chiedo di essere dispensato dall incarico . 1 diverbio: vivace discussione, litigio. 71