basso come perito agricolo ed esperto contabile. Talvolta riceveva l incarico di fare una perizia,4 oppure un commerciante gli chiedeva di rimettere a posto la contabilità. Con una sopportazione e un coraggio tutti scozzesi, risolse di far dimenticare la sua reputazione, sperando ancora di riuscire a farsi strada nella professione della legge. Povero diavolo, non poteva prevedere quanto tempo e quanta fatica questo gli sarebbe costato. Aveva tempo libero in abbondanza, ma non gli pesava, poiché si interessava ad ogni nuovo astro che sorgeva nell universo delle idee, lo studiava e lo sperimentava a casa sua. Una delle sue manie era la lettura della mano. Ne aveva poi un altra, alla quale non dava nome e di cui non spiegava lo scopo a nessuno, ma diceva semplicemente che si trattava di un passatempo. Aveva infatti scoperto che queste fissazioni consolidavano la sua fama di zuccone, perciò stava diventando cauto nell essere troppo esplicito. La mania senza nome aveva a che fare con le impronte digitali. Egli portava con sé, nella tasca della giacca, una scatoletta con delle scanalature, nelle quali erano ordinati dei vetrini lunghi cinque pollici e larghi tre. Lungo il bordo inferiore di ogni vetrino era incollato un pezzetto di carta bianca. Chiedeva alla gente di passarsi le mani tra i capelli (di modo che queste si ricoprissero di un sottile strato di grasso naturale) quindi di lasciare l impronta del pollice sul vetrino, seguita, in successione, da quelle del polpastrello di tutte le altre dita. Sotto le impronte impercettibili di unto, ben allineate, scriveva sul pezzetto di carta bianca un appunto di questo tipo: JOHN SMITH, mano destra e aggiungeva il giorno, il mese e l anno; poi si occupava della mano sinistra di Smith, prendeva un altro vetrino e 4 perizia: ricerca fatta per stabilire il costo o il valore di una proprietà. 32