re un suono, cade in convulsioni, si dimena, si contorce e scalcia nello sforzo di riprendere fiato, mentre le labbra diventano blu e la bocca resta spalancata e rigida, offrendo alla vista un dentino che spunta all estremità inferiore di un arcata di gengive rosse; quando poi il terrificante silenzio è durato tanto da far credere che il fiato perduto non sarà più recuperato, allora arriva, precipitandosi, una governante che versa dell acqua sulla faccia del bambino il quale, appena riempiti i polmoni, emette uno strillo, o un grido, o un urlo, che rompe i timpani di chi ascolta, prendendolo di sopprassalto e costringendolo a pronunciare parole che non si adatterebbero a un aureola, se ne avesse una. Il piccolo Tom graffiava chiunque venisse a tiro delle sue unghie e colpiva con il sonaglino tutti quelli che poteva raggiungere. Urlava per avere l acqua finché non l otteneva, poi scaraventava tazza e tutto il resto a terra, pur continuando a gridare per averne dell altra. Era assecondato in tutti i suoi capricci nonostante fossero importuni ed esasperanti; gli era permesso mangiare tutto quanto volesse, in particolare ciò che gli avrebbe provocato il mal di pancia. Quando fu abbastanza cresciuto da poter muovere i primi passi incerti, da pronunciare le prime parole smozzicate e da concepire le prime idee sull uso che poteva fare delle mani, diventò una peste ancora più terribile. Roxy non aveva pace quand era sveglio. La chiamava per ogni cosa, di qualsivoglia tipo, vedesse, dicendo semplicemente Voio ,4 che era un ordine. Quando la cosa gli veniva portata, spingendola via con le mani gridava, in preda al parossismo, Non la voio! Non la voio! e, nell istante in cui veniva riposta, esplodeva in urla frenetiche Voio! Voio! Voio! , e Roxy doveva metter ali ai piedi per restituirgli quell oggetto 4 Voio : questa, come le successive parole pronunciate dal piccolo Tom ( piace cioè mi piace , pleso cioè preso , avele cioè voglio averlo ), riproducono le storpiature del linguaggio infantile. 50