blea. Così fece e lungo la strada raccontò loro di Wilson lo Zuccone, in modo tale che essi ne ricavassero un impressione positiva prima di conoscerlo, per essere pronti ad apprezzarlo dopo. Il suo piano ebbe successo, la prima impressione fu in effetti positiva. Più tardi si confermò e si consolidò, avendo Wilson deciso, come segno di cortesia verso gli stranieri, di lasciare da parte i soliti argomenti per dedicare quell ora alla conversazione generale e all avvio di un rapporto amichevole e cameratesco8; la proposta venne messa ai voti e approvata. L ora passò in fretta tra le chiacchiere animate e, quando fu trascorsa, Wilson, sempre solo e abbandonato, si ritrovò con due nuovi amici in più. Invitò i gemelli a raggiungerlo a casa sua dopo avergli dato il tempo di sistemare un impegno, ed essi accettarono con piacere. A metà della serata, si stavano dirigendo verso la sua abitazione. Lo Zuccone era a casa ad aspettarli ed occupava il tempo interrogandosi su un fatto che aveva avuto modo di osservare quella mattina. La questione stava in questi termini: per caso si era alzato molto presto, all alba di fatto; aveva attraversato l ingresso posto al centro della casa ed era entrato in una stanza per prendervi qualcosa. La finestra di quella camera non aveva tende, poiché quel lato della casa era rimasto a lungo inutilizzato e attraverso la finestra il suo sguardo fu catturato da una cosa che lo sorprese e suscitò il suo interesse. Si trattava di una giovane donna in un luogo che non le si addiceva affatto; si trovava infatti in casa del giudice Driscoll, nella camera da letto sopra lo studio privato o il soggiorno del giudice. Era la stanza del giovane Tom Driscoll. Lui e il giudice, sua sorella vedova, ossia la signora Pratt, e tre servi negri erano gli unici ad abitare in quella casa. Chi poteva essere questa gio- 8 cameratesco: informale, da amici intimi. 77