Philip K. Dick IL PIANETA IMPOSSIBILE Uno sfruttamento indiscriminato delle risorse e un conflitto nucleare scatenatosi in tempi remoti hanno reso inabitabile la Terra: i sopravvissuti hanno lasciato il pianeta stabilendosi su altri mondi, e con il trascorrere dei millenni hanno perduto ogni memoria delle loro origini. Solo un ostinata, patetica, vecchissima donna spinta da ricordi ancestrali continua a ricercare il pianeta perduto. Su questa esile trama Philip Dick costruisce uno dei testi più intensi che la fantascienza abbia mai prodotto sul tema della catastrofe, seguendo il filo di una riflessione sulla fragilità della storia umana con i toni severi di un filosofo antico. Philip Kindred Dick (1928 1982) è uno dei massimi autori di fantascienza del Novecento, ma la sua figura supera i confini del genere per proporsi come quella di un intellettuale che ha cercato di interpretare la complessità del nostro tempo attraverso molteplici esperienze: dotato di straordinario eclettismo, Dick si è mosso dalla sociologia alla filosofia, dal misticismo alla psicanalisi, per approdare a illuminanti riflessioni sulla crisi della società tecnologica e sulla transizione dal moderno al postmoderno. Fino dall esordio, avvenuto con il romanzo Le marionette del cosmo (1953), lo scrittore fu attratto dall analisi di una società in cui la libertà di coscienza viene condizionata e manipolata dai persuasori occulti che controllano i grandi sistemi d informazione; a questo tema, ribadito in splendidi romanzi come Il mondo di Jones (1954), La lotteria solare (1955), L occhio nel cielo (1957), si affiancano negli anni 60 quello apocalittico, in cui si prefigurano civiltà future da incubo (Mondi del domani, 1963; I simulacri, 1964; Come vivere nel dopobomba, 1965); quello psichedelico volto all esplorazione del mondo interiore attraverso gli allucinogeni (Le tre stigmate di Palmer Eldritch, 1965); infine, quello tecnologico, in cui viene avviata una riflessione sulla realtà virtuale e l intelligenza artificiale (Possono gli androidi sognare una pecora elettrica?, 1968, il romanzo da cui è stato tratto il film Blade runner). Nella sua ultima fase, Dick si è volto a temi metafisici e religiosi, culminanti nei romanzi Invasione divina (1981) e La trasmigrazione di Timothy Archer (1982). da PHILIP K. DICK, Il pianeta impossibile, in I difensori della terra, Fanucci, Roma, 1977, titolo originale The Impossible Planet, traduzione Sandro Pergameno 181