INTRODUZIONE In via preliminare, sarà opportuno sbrigare in poche righe una annosa questione, oramai diventata stucchevole: se la fantascienza, cioè, abbia pari dignità rispetto agli altri generi letterari, oppure vada considerata come un espressione minore di letteratura popolare di consumo, ai margini della grande tradizione narrativa. Ebbene, chiunque non sia affetto da provincialismo culturale o da accademismo critico, può dare una sola risposta: non solo la fantascienza appartiene a pieno titolo alla grande letteratura, ma di più, essa probabilmente rappresenta la forma di narrativa che può meglio sostenere la sfida della complessità e del mutamento posta dalla società contemporanea. D altra parte, la polemica sulla legittimità letteraria della fantascienza è ormai superata in tutto il mondo, e in alcune importanti aree culturali, come quella anglosassone, ha avuto una rilevanza minima sull effettivo lavoro degli scrittori: già nel 1960 Isaac Asimov, uno dei grandi della fantascienza, scriveva: Vedete, negli anni Trenta io leggevo fantascienza. Chi aveva l ambizione di scrivere fantascienza, doveva leggere fantascienza, senza perdere tempo con Proust, Tolstoij e tutti quei pomposi Greci . La dichiarazione, al di là del piglio scanzonato e provocatorio tipico del personaggio, testimonia la sicurezza e l assoluta mancanza di complessi di inferiorità con cui gli autori di fantascienza americani affrontavano il difficile problema di creare una letteratura al tempo stesso popolare e raffinata, proiettata nel futuro ma legata alla realtà, capace di coniugare il meraviglioso con il razionale e la storia con l utopia. Di fatto, la fantascienza rappresenta, come è stato detto, il folklore dell età atomica , cioè l equivalente contemporaneo di quella che fu, tra Medioevo e Rinascimento, l epica cavalleresca: non a caso, fra gli antenati della fantascienza vengono spesso citati i romanzi medievali del ciclo bretone o l Orlando furioso dell Ariosto, in cui sono ravvi- 9