Si ritrovò nello spogliatoio sotto i posti numerati, con gli occhi fissi a guardare il vapore che sfuggiva lungo le tubature, proprio sopra la sua testa. Zio Mike era lì vicino, a dirgli che aveva fatto un buon lavoro; e poi rimase solo. Se ne erano andati tutti, i fischiatori da settantacinque cents e gli scalmanati dei posti da sessanta. Si alzò pesantemente e si vestì lentamente, provando un gran sollievo all’idea che adesso era finita. Ce l’aveva fatta a duro prezzo, ma ce l’aveva fatta. Se ne andarono tutti. Si stava aggiustando la cravatta, e ci impiegava più del tempo necessario, quando lei bussò alla porta. Le gridò di entrare pure. Lei non lo aveva mai visto boxare, ma Rocco capì che doveva avere ascoltato la radio, altrimenti non poteva essere lì. Lei gli tastò il cerotto sopra l’occhio destro, timidamente, perché aveva paura di fargli male con le dita ma voleva essere sicura che non fosse spaccato. “Sono okay” la rassicurò con disinvoltura. Faremo un po’ di festa e dimenticheremo tutta questa faccenda . Solo al momento di baciarla si accorse che gli occhi di lei lo evitavano; solo allora vide che stava cercando di piangere. Le diede una manata sulla spalla. “Non c’è niente di rotto, Lili, un paio di giorni di riposo, e sarò fresco come una rosa”. Allora vide che non si trattava di questo, malgrado tutto. “Mi avevi detto che vincevi” la ragazza gli disse “Ti davano otto a uno, e ho puntato tutti quei maledetti soldi su di te. Volevo farti una sorpresa, e adesso non abbiamo più un centesimo”. Rocco non esplose. Si sentiva solo un po’ malandato. Più malandato di quanto si fosse mai sentito in vita sua. Si scostò dalla ragazza e andò a sedersi sul tavolo dei massaggi, a studiare il pavimento. Lei ebbe tanto buon senso da lasciarlo stare finché lui non ebbe capito come stavano esattamente le cose. Poi lui alzò gli occhi, per studiarla dai piedi alla testa. I suoi occhi non si fermarono sulla faccia di lei, ma tornarono verso i suoi piedi. Verso le punte malconcie delle uniche scarpe decenti; e un’ombra gli passò sul cuore. “C’erano buone probabilità” le disse soprappensiero “L’avevi azzeccata giusta. Li abbiamo fatti sudare tutta la sera, per i loro quattrini”. Poi guardò in su e scoprì i denti in una specie di risata, larga, bianca e muta.