LEGGERE E CAPIRE APPROFONDIMENTI Nella storia della letteratura il termine “realismo” designa, in un senso molto generale, una narrazione (in prosa o in poesia) in cui le caratteristiche psicologiche e fisiche dei personaggi, i loro sentimenti e i loro comportamenti sono ricostruiti non in base a schemi prefissati, ma partendo dall’osservazione della realtà così come si manifesta negli uomini in carne e ossa, con i loro pregi e difetti, i loro istinti, le loro contraddizioni, i loro tratti di conformismo e quelli di imprevedibile originalità. Per essere definito “realista”, quindi, uno scrittore non deve obbligatoriamente limitare la propria fantasia all’esistente, ma saper usare sempre, anche all’interno del contesto più libero e immaginoso, gli strumenti dell’osservazione individuale e della valorizzazione del principio di soggettività, per cui ogni uomo è diverso dall’altro. Alla luce di questi criteri, dunque, possiamo tranquillamente definire realistico un grande testo medievale come la Divina Commedia di Dante: il poema infatti, pur svolgendosi nel contesto del tutto immaginario dell’oltretomba, è popolato di personaggi modellati dal poeta sulla base di un’osservazione diretta della realtà umana, della storia e del costume dei suoi tempi. Allo stesso modo possono essere considerati realistici un racconto di fantascienza o un romanzo storico, anche se le vicende che vi si svolgono sono lontanissime dalla realtà quotidiana, mentre invece non realistiche sono, per esempio, la maggior parte delle fiabe, in cui i personaggi agiscono in base a stereotipi prevedibili e a formule fisse (il “buono”, il “malvagio”, l’”innocente perseguitato”, il “riconoscimento”, il “lieto fine” ecc.). Sul finire dell’Ottocento si sviluppò poi, a partire dalla Francia, una versione ancora più radicale del realismo, che teorizzava addirittura l’assoluta oggettività della narrazione, depurata da ogni intervento soggettivo del narratore ed equiparata a un frammento di vita vissuta riportato direttamente sulla pagina senza alcuna mediazione “letteraria” neanche a livello di linguaggio; è evidente che, in questa concezione, la materia del narrare si riduce all’esperienza dell’esistente, indirizzando l’attenzione dello scrittore su una realtà che egli e il lettore possono direttamente verificare. Realismo americano e neorealismo italiano