Ci piegammo per la mischia. Cominciava a mancarci il fiato, ansimavamo; emanavano vapore i corpi protesi dei trequarti. Vidi il cuoio bagnato rotolarmi fra le gambe e Maurice lo raccolse precipitosamente. Con una finta impensabile sfrecciò accanto al capitano rimasto di stucco, e fu abbrancato dall’ala. Scalciò, si divincolò e si gettò sopra la linea di meta. La folla urlò e si sollevò, come bestie in gabbia, come un lago improvvisamente agitato. Fischietti, campanacci e trombette rintronarono, levandosi sul ruggito animale. Io corsi da lui, gli battei sulle spalle, e tornammo indietro a gruppetti soddisfatti. L’estremo fallì la trasformazione della meta . Un vento leggero soffiò sul campo, nebulizzando la pioggia sottile. Uno sbuffo di vivido vapore turbinò sul rettangolo e iniziò una lenta ascesa. Fissai la chiazza spelata del terreno ai miei piedi molliccia e fangosa. Mi chinai e la toccai a rassicurarmi, e mentre la raffica di pioggia cambiava direzione alzai gli occhi verso la chiazza altrettanto spelata al centrocampo. La palla non era là. Un avversario stava passando di corsa, subito dopo aver calciato. Strinsi gli occhi e nell’aria densa, contro la scura sagoma delle torri di raffreddamento, vidi l’esile forma ovale . “Tua, Art!” gridò Maurice dietro di me. Il cuoio bagnato schioccò fra le mie braccia ripiegate e istintivamente mi torsi nella stretta degli uomini che mi circondavano. Caddi bene e fui pressato a terra. Mi fermai a osservare la palla che si spostava di mano in mano. 20 21 : dopo che ha segnato una meta, che vale tre punti, il giocatore può realizzare un altro punto calciando il pallone in modo da farlo passare all’interno dei pali della porta a forma di “H” posta al centro della linea di fondo. : il pallone da rugby è ovale, e quindi più difficile da controllare di quello rotondo. 20 la trasformazione della meta 21 forma ovale