“Forza, Arthur!” gridò qualcuno dietro di me o dalla folla. Andai dietro la palla meccanicamente, attaccato ad essa da un filo invisibile. Forse non avevo più bisogno d’una macchina, ora. La mia si stava facendo troppo vecchia e malandata, e non me ne sarei mai più potuta permettere un’altra. Presi la palla e irruppi nel centrocampo. Scartai due uomini e passai. L’azione sfumò. Durai fatica a restare dalla parte chiusa durante la rimessa in gioco. Ero nervoso, quasi per niente stanco, un po’ confuso. Le caviglie mi dolevano: le avevo legate troppo strette. La droga che m’ero presa s’era già assorbita. Mi sentivo un’oppressione sul petto. L’umido mi penetrava fino alle ossa, m’intorpidiva. Facce nere e sconosciute, striate di pelle e di sangue, e lenti e neri arti mi passavano accanto senza tregua intrecciandosi, oscillando, picchiando, seguiti da un fumo che filtrava fuori dalla pelle sporca di fango e che svaporava nell’aria fredda. Mi portai vicino alla rimessa e raccolsi il passaggio. Ruppi nella mia andatura a falcate oblique così popolare tra il pubblico. Scelsi la zona dell’ala destra, una striscia di campo più familiare e dove l’ala era meno robusta. Mi aspettava guardingo, a gambe divaricate, inquieto, curvo in avanti, invitandomi a passare tra lui e la touche. Regolai l’andatura, piegai di lato e mossi dritto su di lui. Quello strinse ancora, sempre invitandomi a passare fra lui e la linea di touche. Sprezzai il suo meschino stratagemma. Piombai su di lui allungando il sinistro. Vidi il suo lampo di paura, le due braccia protese a pararsi, il suo stolido barcollare all’indietro, le due ferite incise nell’erba dallo scivolone dei calcagni. Intuii la sagoma dell’estremo che correva diagonalmente a intercettare. Alzai ancor più le ginocchia nella corsa, tutto concentrato sulla linea di meta. Venne il fanciullesco grido d’incitamento di Arnie. Avevo solo da dargli la palla perché segnasse. Spinsi la mano contro la testa dell’estremo come lui entrò, e sentii l’allentarsi delle sue braccia. Mi scagliai in avanti e colpii duro qualcuno. Caddi di lato in touche.