Fantasio precipitò a terra di schianto. Mi dissero che quando gli uomini dell’ambulanza accorsero, Fantasio era già morto e che Ugo gli stava accanto in piedi, guardandolo fisso, e muovendo un poco la spalla che aveva battuto nella caduta. “Non mi riusciva di piangere”, mi raccontava la sera dopo Ugo. “Ero come sbalordito, e poi Fantasio era già morto, non potevo farci nulla; non gli ho fatto nemmeno una carezza”. Il veterinario aveva constatato la morte per aneurisma . Eppure nessuno s’era mai accorto che fosse malato. Due ragazzi stavano cambiando la paglia del box numero dodici. Chiudemmo e li mandammo via, poi restammo un momento a guardare il cartellino: Fantasio, tre anni, da Sansovino e Freya. Guardavamo i nomi e il numero con la stessa attenzione penosa con la quale il padrone aveva spesso guardato il suo cavallo, cercando di scoprirne il segreto fra quella fronte e quegli occhi sui quali calava come un’ombra. 18