Un ulteriore incremento delle potenzialità del cavallo, sia per la guerra che per il lavoro, si verificò alcuni secoli dopo con la decisiva scoperta della staffa. A partire dal IX secolo ci si rese infatti conto che se il cavaliere poteva poggiare i piedi su un sostegno anziché lasciarli liberi lungo i fianchi dell’animale, la sua stabilità si sarebbe accresciuta e le sue possibilità di utilizzare le braccia e il busto si sarebbero moltiplicate, permettendogli di esprimere tutta la sua forza; vennero quindi applicati sui due lati della sella due anelli di metallo sorretti da lacci di pelle, le “staffe”, in cui il cavaliere poteva infilare i piedi procurandosi una solida base di appoggio. La scoperta della staffa accrebbe la già notevole importanza che cavallo e cavaliere rivestivano nell’Occidente antico e medievale, determinando la nascita della cavalleria, vasto e complesso fenomeno che ebbe profondi effetti non solo sul piano della civiltà materiale, ma anche su quello culturale e del costume fino a produrre una vera e propria etica i cui echi sono giunti fino al mondo contemporaneo. Quanto all’utilizzazione del cavallo nell’ambito dello sport, essa fu probabilmente contemporanea al suo addomesticamento: le testimonianze al riguardo sono antichissime, e vanno dalle pitture rupestri ai poemi omerici, estendendosi a tutte le mitologie conosciute e testimoniando la passione di quasi tutti i popoli per le gare di carri più che per quelle in cui l’animale viene montato direttamente dal fantino. L’importanza del cavallo nel fenomeno sportivo è inoltre dimostrata dal fatto che lo sport come lo intendiamo noi oggi è nato in Inghilterra tra la fine del Settecento e i primi dell’Ottocento proprio come diretto prodotto della passione e del divertimento suscitati dalle corse dei cavalli o dalla loro utilizzazione in svaghi disinteressati e non legati a scopi pratici (e quindi “sportivi”) come la caccia alla volpe. TECNICHE NARRATIVE Gli indizi In un testo narrativo lo scrittore non può descrivere i personaggi e il loro agire in tutti i loro più minuti dettagli, e questo per due ragioni: la prima di carattere pratico, nel senso che una rappresentazione assolutamente completa richiederebbe uno spazio così esorbitante da soffocare lo svolgersi della vicenda; la seconda riguarda invece il ritmo della narrazione, che perderebbe inevitabilmente di incisività se fosse rallentato da un eccesso di sequenze descrittive. Insomma, il testo diventerebbe noioso, pesante e incapace di attrarre e incuriosire il lettore.