Roma domandava alla Giunta provinciale se era giusto aiutare Viareggio, se valeva la pena spendere per i moli. Lucca rispondeva che Viareggio era insignificante, ottimo invece l’antico porto di Livorno. L’arbitro soffiò nello zufolo l’inizio della partita Viareggio-Lucca. Era il 2 maggio 1920 e questa data assorbiva in sé ogni quistione locale, le diatribe tra Viareggio e Lucca. Recentemente c’era stata la guerra , la morte aveva falciato innumerevoli giovani. Chi era scampato esultava, ardeva sfrenatamente di godere. L’arbitro soffiò nello zufolo l’inizio della partita Viareggio-Lucca. Le recenti vicende infebbrivano il sangue. E per di più proprio la sera prima, a Viareggio, nella ricorrenza del 1° maggio, una poetessa di Milano, una donna, di nome D’Andrea - nel manifesto c’era scritto poetessa ed anarchica - aveva fatto un comizio al Politeama, il teatro più grande del paese. Aveva gridato, sudata, la voce perforante, aveva steso le braccia. Come quando si infila un bastone nella brace e d’un tratto si tira su, aveva sollevato le faville: arricchiti pescicani , soldati in trincea, ragazzi morti, vampiri-padroni chinati a succhiare il sangue. Ma presto, prestissimo, gli oppressori sarebbero stati calpestati, allora felicità e immensa giustizia. Aveva finito gridando: “Vendicatevi! Ribellatevi! Fate giustizia!”. 6 7 8 9 : discussioni, discordie. : la prima guerra mondiale (1914-1918). : infiammavano, eccitavano. : coloro che speculano sulla guerra, arricchendosi con commerci e altre attività legate alle necessità militari. 6 diatribe 7 la guerra 8 infebbrivano 9 pescicani