Campari fece in tempo a gettarsi fuori, Nuvolari precipitò con la macchina per una scarpata profonda una trentina di metri. Dopo il tonfo, un silenzio pauroso. Campari, illeso, si mise a gridare: “Tazio, Tazio!” calandosi fra sassi e cespugli. Quel silenzio lo metteva in orgasmo. Arrivò fino in fondo, guardò nella macchina sconquassata: Tazio non c’era. “Tazio, in dov’é che te set? ” gridò disperato. E l’omarino spuntò, finalmente, dall’erba medica, col dito sul labbro per imporgli silenzo: “Zitto” disse “che c’è un nido di quaglie, e i quagliotti appena nati. Vieni a vedere”. Non aveva dimenticato di essere la più celebrata doppietta del suo paese. Nuvolari, a differenza di quasi tutti i piloti di ieri e di oggi, non ha mai sofferto per l’inferiorità del mezzo, non è mai partito battuto, ha sempre lottato leoninamente anche per il settimo, il decimo posto in classifica. Questa sua passione, questo suo orgoglio indomito furono compresi dalle folle, e da essi nacque il mito. Ma non solo il pubblico seppe apprezzare queste doti dell’uomo: il giorno in cui scomparve Rosemeyer, alfiere dell’Auto Union, la casa germanica fece appello a Tazio per avere la certezza di riconfermare la propria supremazia. E Tazio dimostrò anche su quella macchina non ortodossa le sue possibilità di assimilatore, la sua superiore sensibilità. Ma non dimenticò di essere italiano: molti ricordano ancor oggi la sua maglietta di un giallo stinto, io ricordo soprattutto quel suo nastrino tricolore al collo, mai lasciato nella valigia. 9 10 11 12 13 : Giuseppe Campari, altro asso del volante di quegli anni. : in dialetto romagnolo, “dov’è che sei?”. : il più famoso cacciatore. : con un coraggio da leone. : innovativa (le Auto Union furono le prime vetture a montare il motore in posizione posteriore). 9 Campari 10 in... te set? 11 la... doppietta 12 leoninamente 13 non ortodossa