Molti si avvicinavano alla sua tecnica, provando e riprovando, ma nelle curve più dure finivano per sollevare il piede, telegrafando con l’acceleratore: nessuno, ripeto, osava la “tavoletta” come Tazio. Probabilmente nessuno accoppiava come lui una così elevata sensibilità della macchina a un coraggio quasi disumano. Più tardi, quando le sospensioni si fecero indipendenti e i pneumatici si gonfiarono a pressioni medie, anche Nuvolari non poté più derapare in un modo tanto acrobatico. Tuttavia qualcosa gli rimase: continuò a puntare l’interno della curva con la decisione di sempre, lasciandosi partire in dérapage, questa volta correggendo il volante con pochi colpi decisi, e non più schiacciando il piede sistematicamente a tavoletta. La sua tecnica rimase comunque fino all’ultimo un prodigio insuperato dell’istinto ai limiti delle possibilità umane e delle leggi fisiche. Tanto che, in quarant’anni di corse, io l’ho vista attuare da un solo altro pilota: Stirling Moss . Passarono gli anni e Tazio restò per me l’amico, anche se ci vedevamo con minore frequenza. Quando nel 1947 una macchina col mio nome iniziò l’attività agonistica, venne e mi disse: “Ferrari, sono pronto”. Sempre Ferrari mi aveva chiamato, mai per nome. L’ultimo nostro momento di comune passione fu in quella memorabile Mille Miglia del ’48, quando Nuvolari travolse tutti con un fantastico volo da Brescia giù e su fino a Reggio Emilia. Lo attendevo per il rifornimento a Villa Ospizio. La rottura del perno di una balestra lo privò di una luminosissima vittoria, che più di chiunque altro aveva sognato e meritato. Su un letto dell’ospitale canonica gli dissi: “Coraggio Tazio, sarà per il prossimo anno”. 18 19 20 : alternativamente, premendo e alzando il pedale. : grande campione inglese degli anni Cinquanta. : ritiratosi dalla gara, il pilota aveva trovato accoglienza in casa del parroco del paese per un breve riposo. 18 telegrafando 19 Stirling Moss 20 su... canonica