Le vittorie erano sempre state con un gol di scarto, ma bastavano perché il Deportivo Belgrano , l’eterno campione, quello di Padin, di Constante Gauna e di Tata Cardiles, fosse relegato al secondo posto, un punto indietro. Si parlava della Estrella Polar nella scuola, sulla corriera, in piazza, ma nessuno immaginava ancora che sul finire dell’autunno loro avrebbero avuto 22 punti contro i 21 dei nostri. I campi si riempivano per vederli perdere, una buona volta. Erano lenti come muli e pesanti come armadi però marcavano a uomo e urlavano come marrani quando non avevano la palla. L’allenatore, un tipo sempre in completo nero, due baffetti fini, un neo sulla fronte e una cicca spenta fra le labbra, correva lungo la linea laterale e li fustigava con una bacchetta di vimini quando gli capitavano a tiro. Il pubblico si divertiva con questa sceneggiata e noi, che essendo ragazzi giocavamo di sabato, non riuscivamo a spiegarci come mai potessero vincere sempre giocando così male. Davano e prendevano calci con tale lealtà e tanto entusiasmo che finivano sempre reggendosi l’uno con l’altro per poter uscire dal campo mentre la gente applaudiva l’ 1 a 0 e gli faceva trovare bottiglie di vino tenuto in fresco nella terra umida. Di notte, poi, andavano a festeggiare nel postribolo di Santa Aria e la grassa Leticia si lamentava perché si avventavano sul resti di pollo che teneva nella ghiacciaia. Loro erano l’attrazione e in paese tutto gli era permesso. I vecchi li andavano a raccogliere nei bar quando avevano bevuto troppo e attaccavano briga. I negozianti gli regalavano qualche giochino o caramelle per i bambini e al cinema le fidanzate gli consentivano carezze ben al di sopra delle ginocchia. 3 4 : Manuel Belgrano guidò nel 1810 la guerra contro la Spagna per l’indipendenza dell’Argentina. : luogo dove si esercita la prostituzione organizzata 3 Belgrano 4 postribolo