Il garzone del meccanico salì su un tetto da dove si scorgeva la porta del Gato Diaz e da lì raccontava quel che vedeva a un altro ragazzo che era fermo sulla soglia e che a sua volta trasmetteva a un altro che era a venti metri di distanza e cosi via fino a che ogni dettaglio giungeva nel luogo dove si trovavano i tifosi dell’Estrella Polar. Alle tre del pomeriggio, le due squadre entrarono in campo in completa tenuta da gioco, come se dovessero disputare davvero una partita. Herminio Silva aveva una divisa nera, stinta ma pulita e quando tutti furono riuniti al centro del campo andò dritto verso el Colo Rivero, quello che gli aveva mollato il cazzotto la domenica prima, e lo espulse dal campo. Non era stato ancora inventato il cartellino rosso e Herminio indicava l’entrata del sottopassaggio con la mano tremante da cui penzolava il fischietto. Alla fine la polizia cacciò via a spintoni Rivero che pretendeva di fermarsi per vedere il rigore. Allora l’arbitro si avvicinò alla porta con la palla stretta sull’anca, contò i dodici passi e la mise al punto giusto. El Gato Diaz si era pettinato con la brillantina e la testa gli brillava come una pentola di alluminio. Noi lo vedevamo dal muraglione che circondava il campo, proprio dietro la porta, e quando si piazzò sulla linea di calce cominciò a sfregarsi le mani nude iniziammo a scommettere da quale parte avrebbe tirato Constante Gauna. Sulla strada avevano bloccato il traffico e tutta la valle pendeva da quell’istante perché erano dieci anni che il Deportivo Belgrano non perdeva un campionato. Anche la polizia voleva sapere e consentì che la catena delle staffette si organizzasse lungo i tre chilometri che separavano i tifosi dallo stadio, e le notizie arrivavano appena interrotte dai sussulti del fiatone. 11 : le linee che delimitano il campo di gioco sono tracciate con polvere bianca di calce. 11 di calce